Attori di film horror rimasti traumatizzati dalla parte interpretata

Un prezzo troppo alto per la fama

 

Guardare un film horror è un’esperienza che provoca un brivido sicuro: possiamo sederci comodamente sul divano e vivere l’adrenalina senza subire conseguenze. Tuttavia, quello che spesso non si considera è che per gli attori che interpretano i protagonisti di queste pellicole, l’orrore può andare oltre il set e insinuarsi nella vita reale. Alcuni attori sono rimasti segnati profondamente dai ruoli interpretati, al punto da portare con sé veri e propri traumi psicologici.

Quando il confine tra finzione e realtà diventa labile

Per alcuni attori, il passaggio dal set alla vita reale può essere devastante, tanto da avere effetti negativi anche a lungo termine. Un caso emblematico è quello di Possession del 1981, dove la protagonista, Isabelle Adjani, ha subito un crollo emotivo dopo aver visto la versione integrale del film. Ha rivelato di aver avuto bisogno di anni di terapia per riprendersi, avendo interpretato il suo ruolo con una dedizione quasi religiosa. Anche Sam Neill, il protagonista maschile, ha ammesso di essere sfuggito a un crollo emotivo per miracolo, sottolineando la forte pressione psicologica esercitata dal regista Andrzej Żuławski. Secondo un articolo di Rolling Stone, Żuławski avrebbe “ipnotizzato” i suoi attori, mettendoli in uno stato di fuga psicologica prima di girare alcune scene.

Un altro esempio drammatico è quello di Janet Leigh, protagonista della celebre scena della doccia in Psycho di Alfred Hitchcock. L’attrice ha dichiarato di non essere più riuscita a fare una doccia dopo aver girato quella sequenza iconica. Ha confessato di preferire la vasca da bagno e, quando si trova in un hotel senza vasca, prende particolari precauzioni. Leigh si assicurava che porte e finestre fossero ben chiuse a chiave, lasciava la porta del bagno aperta e rimaneva costantemente di fronte alla porta, con lo sguardo fisso verso l’uscita, per sentirsi al sicuro.

Il prezzo del realismo nei film horror

Ci sono film in cui la ricerca del realismo ha portato i registi a spingere i propri attori al limite, se non oltre. Tippi Hedren, durante le riprese de Gli uccelli di Alfred Hitchcock, ha vissuto un’esperienza estenuante. Durante una scena in cui il suo personaggio viene attaccato da uccelli, quelli meccanici che dovevano essere utilizzati si erano rotti. Il regista decise di utilizzare uccelli veri, e Hedren si ritrovò a essere assalita da animali vivi per giorni interi. Uno di questi uccelli arrivò addirittura a sfiorarle l’occhio, mettendo in serio pericolo la sua incolumità fisica.

Non possiamo parlare di attori traumatizzati da ruoli in film horror senza menzionare Shelley Duvall in Shining. L’attrice ha subito una pressione incredibile durante le riprese a causa delle insistenti richieste del regista Stanley Kubrick. In particolare, la scena della mazza da baseball è stata girata 127 volte, un carico psicologico e fisico che l’ha portata a perdere ciocche di capelli per lo stress. Anche Jack Nicholson, protagonista del film, ha confermato quanto Kubrick fosse particolarmente duro nei confronti di Duvall, una pressione che ha contribuito a creare un’interpretazione memorabile ma che ha lasciato segni profondi sull’attrice.

Quando il ruolo va oltre la recitazione

Il mondo del cinema horror è affascinante e, per molti, è un luogo di evasione e brivido. Tuttavia, come abbiamo visto, per alcuni attori, l’esperienza di girare un film horror può avere conseguenze devastanti, che vanno ben oltre il set. Queste storie dimostrano come la linea tra finzione e realtà possa diventare pericolosamente sottile, lasciando cicatrici indelebili non solo sui personaggi interpretati, ma anche sugli attori stessi.

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