L’Atlantide perduta potrebbe essere stata scoperta grazie a una mappa medievale

La scoperta di Simon Haslett e David Willis

 

Per quasi mille anni sono circolate voci su un antico regno chiamato Cantre’r Gwaelod che un tempo esisteva nella baia di Cardigan, in Galles, prima che affondasse e diventasse la base della leggenda dell’“Atlantide gallese”. Ora, una mappa del XIII secolo riportata alla luce mostra due isole al largo delle coste del Galles che potrebbero essere il regno perduto. E una coppia di ricercatori appassionati potrebbe averlo identificato. Le storie su Cantre’r Gwaelod non si contano: c’è chi dice che una fanciulla abbia trascurato di impedire a un pozzo di traboccare sulle terre e chi incolpa un guardiano ubriaco che non ha sorvegliato le dighe.

Come detto, però, ora tutto è cambiato. Grazie all’aiuto di una mappa medievale, di resoconti folcloristici, di studi sul campo e di indagini geologiche, è stato possibile trovare prove geografiche della terra perduta. Simon Haslett, professore onorario di geografia fisica all’Università di Swansea, e David Willis, professore di celtico all’Università di Oxford, hanno presentato nuove prove dell’esistenza di due isole nella baia. Un’isola si trova al largo tra Aberystwyth e Aberdyfi e l’altra più a nord verso Barmouth, nel Gwynedd.

L’esistenza delle isole ‘perdute’ è dunque considerata plausibile

Haslett sostiene che la “Atlantide gallese” è segnata sulla mappa medievale di Gough, la più antica mappa completa delle isole britanniche, forse risalente al 1280 circa, conservata presso la Bodleian Library dell’Università di Oxford. Ha dichiarato alla BBC: “Le due isole sono chiaramente segnate e potrebbero corroborare i resoconti contemporanei di una terra perduta menzionata nel Libro nero di Carmarthen (1250)”. Secondo il loro studio pubblicato su Atlantic Geoscience, il lavoro dimostra che “l’esistenza delle isole ‘perdute’ è considerata plausibile e offre una possibile visione dell’evoluzione costiera post-glaciale della baia di Cardigan”.

Haslett e il coautore Willis hanno scritto nella loro ricerca: “Questo studio indaga le fonti storiche, insieme alle prove geologiche e batimetriche, e propone un modello di evoluzione costiera post-glaciale che fornisce una spiegazione per le isole ‘perdute’ e un quadro ipotetico per la ricerca futura. Le testimonianze letterarie e le tradizioni folcloristiche forniscono un sostegno al fatto che la baia di Cardigan sia associata alla pianura “perduta” di Cantre’r Gwaelod”. I professori Haslett e Willis hanno offerto le loro migliori ipotesi su come le isole possano essere apparse prima di scomparire e su come siano finite nel folklore locale.

Leggi anche: Esperto trova un UFO sotto l’oceano: è la città perduta di Atlantide?

Com’erano le isole

Basandosi sulle coordinate del cartografo romano Tolomeo, vissuto circa 2.000 anni fa, Haslett ha ipotizzato che la linea di costa si trovasse a circa 13 chilometri a ovest di dove si trova oggi e che i racconti locali descrivessero la possibilità di camminare tra terre che ora sono divise dal mare a causa dell’innalzamento del livello del mare dopo l’era glaciale. Ha aggiunto che leggende come Cantre’r Gwaelod si riferiscono più probabilmente a inondazioni marine e all’erosione causata da tsunami o tempeste che hanno costretto le popolazioni costiere a fuggire. Le mappe successive mostrano che le isole erano scomparse, eppure più avanti sulla costa, ad Harlech, il castello che era stato costruito per avere un vantaggio strategico sulla linea costiera si trovava ora più o meno senza sbocco sul mare.

Share