La Nasa ha pubblicato la foto di un inquietante “teschio” che compare nel deserto del Sahara. L’immagine è stata catturata da un astronauta nella Stazione Spaziale Internazionale mentre passava sopra il massiccio del Tibesti, nel Ciad. La figura che ricorda la forma di teschio si trova sul Trou au Natron, noto anche come Doon Orei, una caldera vulcanica larga 1 chilometro, formata da una massiccia eruzione vulcanica centinaia di migliaia di anni fa.
Il colore bianco della bocca, del naso e della guancia sinistra del teschio è costituito dal natron, una miscela salata presente in natura di carbonato di sodio decaidrato, bicarbonato di sodio, cloruro di sodio e solfato di sodio. Le zone che rappresentano gli occhi e il naso sono composti da cenere delle bocche vulcaniche. L’area più scura a sinistra è l’ombra proiettata dall’alto bordo del cratere, che contribuisce a conferire al cranio la sua forma caratteristica.
Gli scienziati ritengono che Trou au Natron fosse un fiorente lago glaciale 14.000 anni fa. Negli anni ’60 furono scoperti fossili di lumache e plancton sotto la superficie di natron. Nel 2015 sono stati trovati fossili di alghe risalenti a 120.000 anni fa.
Non è la prima volta che un’immagine che ricorda un viso viene avvistata dallo spazio. Nel 2016, una foto satellitare meteorologica dell’uragano Matthew, una tempesta tropicale di categoria 5, catturò il vortice che sembrava un sinistro volto oscuro mentre si spostava verso Haiti.
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La somiglianza con un teschio o un volto può essere ricondotta alla pareidolia, un’illusione attraverso cui il cervello riconduce a forme note oggetti (naturali o artificiali) dalla forma casuale. Così come nelle rocce, l’occhio vede figure anche nelle nuvole, nelle superfici lunari o nelle costellazioni.
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