Come giustificavano le assenze dal lavoro gli antichi egizi [+FOTO]

Una tavoletta di 3200 anni fa registra le assenze di alcuni operai con la relativa motivazione

 

Gli egizi sono noti per aver realizzato opere imponenti che resistono nel tempo a distanza di millenni, e a cui lavorarono centinaia di migliaia di uomini. L’impiego in opere monumentali, così come nelle attività più ordinarie della vita quotidiana, poteva però comportare delle assenze  che venivano annotate e registrate dagli scribi, in modalità molto simili a quelle odierne.

I registri con le assenze

Quando gli operai non si recavano al lavoro dovevano fornire una motivazione. Gli scribi segnavano le assenze sugli ostracon, tavolette di calcare o ceramica utilizzate come supporti scrittori.

Una tavoletta di 3200 anni fa (risalente al 1250 a.C.), conservata al British Museum, riporta i giorni di ferie dei dipendenti e apre un’incredibile finestra sulla vita privata e lavorativa degli antichi egizi. La tavoletta è fatta di calcare con scrittura ieratica neoegizia inchiostrata in rosso e nero. I giorni sono segnati da stagione e numero, come “mese 4 d’inverno, giorno 24“.

Le motivazioni religiose, familiari e personali

In quella data, un lavoratore di nome Pennub non andò al lavoro perché sua madre era malata. Altri dipendenti erano assenti a causa delle loro malattie. Un certo Huynefer “soffriva spesso di problemi agli occhi“. Tra le altre motivazioni registrate, alcune riflettono situazioni familiari. Una nota registra che “la moglie sta sanguinando“: un riferimento al ciclo mestruale di una donna che richiedeva la presenza del marito a casa. La motivazione è impensabile al giorno d’oggi ma evidentemente in passato gli uomini la utilizzavano per assentarsi dalla loro principale occupazione.

Altre giustificazioni indicano impegni domestici, come ad esempio “preparare la birra“, una bevanda fondamentale nella dieta egizia e associata al dio Hator, la cui produzione era un’attività talmente importante che poteva giustificare l’assenza dal lavoro. Non mancavano poi riferimenti a eventi religiosi o rituali, come “fare un’offerta al dio“, oppure “l’imbalsamazione di un fratello” o a incidenti come “il morso di uno scorpione”.

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Le registrazioni mostrano come la società egizia riconoscesse una varietà di ragioni legittime per assentarsi dal lavoro, comprendendo esigenze familiari, religiose e personali.

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