“Mia moglie sta comprando i mobili di casa nostra con suo padre, senza di me. Io devo mettere solo i soldi. Mi sento proprio schiacciato. Ho sposato una brava ragazza. Lei e suo padre sono delle persone con la testa sulle spalle. Loro mi hanno dato una casa dove stare e io mi sento molto grato, molto riconoscente ma anche perennemente in debito, perennemente sottomesso. Non riesco a ribellarmi, a dire di no se qualcosa non mi va. Questo va avanti da anni ed è diventato una condizione normale della nostra relazione. Io non mi riconosco più. Non mi sento più me stesso da tanto tempo.
Vengo da una famiglia che definire complicata è un eufemismo. Ho vissuto violenze di ogni genere a casa, verbali e fisiche. Non ho mai avuto abbastanza soldi per andarmene veramente. Ho trovato un lavoro anche grazie a mia moglie e a mio suocero. Sono molto grato e non voglio che si pensi il contrario. Tutto questo mi porta a essere una specie di suddito e a non sentirmi veramente a casa mia. Le richieste strane da parte di mia moglie aumentano e io vorrei solo riuscire a sentirmi me stesso.”
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Un uomo ha condiviso nei “Commenti Memorabili” il suo disagio riguardo alla dinamica che si è creata nella sua famiglia e nella sua casa, una situazione che lo vede sempre più marginalizzato nelle decisioni domestiche, specialmente riguardo agli acquisti dei mobili, gestiti da sua moglie e suo suocero.
L’uomo esprime riconoscenza verso la moglie e il suocero per averlo accolto nella loro casa e per avergli fornito un lavoro, elementi che gli hanno permesso di sfuggire a un contesto familiare difficile, caratterizzato da violenza e instabilità economica. Tuttavia, questa gratitudine si è trasformata in un senso di debito costante che ha iniziato a pesare sulla sua autostima e indipendenza.
Nonostante apprezzi l’aiuto ricevuto, si sente schiacciato dalla situazione, incapace di esprimere le proprie opinioni o di opporsi a decisioni che non condivide, vivendo in una condizione di sottomissione che ha alterato la sua percezione di sé e del suo ruolo all’interno della famiglia. Questo ha portato a un crescente malessere interiore, amplificato dalle richieste sempre più insolite da parte della moglie, che lo hanno fatto sentire ancora più estraneo e isolato all’interno della propria abitazione.
Il racconto dell’uomo è un grido di aiuto, una richiesta di consigli su come riaffermare la propria identità e ritrovare un equilibrio in cui possa sentirsi più partecipe e meno passivo nelle dinamiche familiari e domestiche. Egli desidera riconquistare una sensazione di appartenenza e controllo sulla propria vita, cercando di superare il senso di obbligo che lo lega ai suoi benefattori e ritrovare la sua autostima.
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