Lo scivolone della prestigiosa rivista scientifica Elsevier nell’approvare un articolo con un’introduzione generata da ChatGPT ha sollevato importanti interrogativi sull’integrità del processo di revisione editoriale e sulla meticolosità del sistema di peer review nell’ambito accademico. La vicenda ha evidenziato le pressioni del fenomeno noto come “publish or perish”, nel quale i ricercatori sono incentivati a produrre un alto volume di pubblicazioni per mantenere la propria posizione e il proprio prestigio, a volte a discapito della qualità e dell’originalità delle ricerche.
La peer review, ovvero il processo mediante il quale i ricercatori valutano e analizzano il lavoro dei propri colleghi per garantire la correttezza e l’affidabilità delle pubblicazioni scientifiche, riveste un ruolo cruciale nell’ambiente accademico. Tuttavia, nel caso in questione, qualcosa è andato storto: una parte della risposta del software utilizzato per generare l’introduzione dell’articolo è stata erroneamente lasciata nel testo pubblicato. Questo errore solleva dubbi sulla correttezza del processo di revisione editoriale e sulla trasparenza nell’indicazione dell’uso di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, come richiesto dalle regole di Elsevier.
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La risposta della casa editrice, annunciando un’indagine sull’incidente e una nuova revisione dell’articolo coinvolgendo il team editoriale e gli autori, è un passo importante verso la risoluzione della questione. Tuttavia la situazione evidenzia la necessità di rafforzare i controlli e le procedure nel processo di revisione editoriale, al fine di garantire la qualità e l’integrità delle pubblicazioni scientifiche. La pressione del “publish or perish” è una realtà diffusa nell’ambiente accademico, dove i ricercatori sono spesso costretti a produrre un alto numero di pubblicazioni per soddisfare i requisiti di avanzamento di carriera e di ottenimento di finanziamenti. Questa corsa alla pubblicazione può portare a una focalizzazione eccessiva sulla quantità a discapito della qualità, con il rischio che alcuni articoli vengano scritti solo per rispondere a esigenze di produzione e citazione anziché contribuire in modo significativo alla conoscenza scientifica.
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