“Ciao Commenti Memorabili, non vi dico il mio nome ma vi invio una chat incredibile con uno stronzo patentato di cui conosco solo il cognome. Sono nata in un paesino di provincia del sud, e da quasi 4 anni ormai vivo in una grande città dove arranco per laurearmi. La vita costa, sono fuoricorso e da un paio di annetti insieme ad una amica con i miei stessi problemi abbiamo messo su un piccolo business. Facciamo le spogliarelliste (E SOLO QUELLO) per feste private, a tema e soprattutto addii al celibato. A uno di questi c’era pure un paesano mio che mi ha riconosciuto, vedi che culo. Se ne starà qua per 5 giorni. Questo mi contatta prendendo il numero dal biglietto da visita e ci prova, invitandomi per una serata. Ci può anche stare, anche se quel numero è solo per lavoro e questo approccio è un po’ squallido. La cosa diventa veramente grave quando dopo i miei ripetuti rifiuti se ne esce con una “offerta”, una “scelta” a suo dire che mi ha fatto davvero incazzare.”
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La narratrice di questa storia, una lettrice di Commenti Memorabili, racconta di come, per far fronte alle difficoltà economiche legate alla vita universitaria in una grande città lontana dal suo paesino natale, abbia intrapreso l’attività di spogliarellista insieme a un’amica, sottolineando con fermezza che il loro lavoro si limita esclusivamente a questo. Durante una delle loro esibizioni, un uomo del suo paese di origine la riconosce e, approfittando del biglietto da visita legato all’attività, la contatta con l’intenzione di invitarla a uscire.
Nonostante l’iniziativa possa sembrare a prima vista come un tentativo di avvicinamento, la situazione degenera quando, di fronte al rifiuto della narratrice, l’uomo le propone un’offerta che lei percepisce come offensiva e denigrante. Tale offerta, vista come un’ulteriore dimostrazione di mancanza di rispetto non solo verso di lei ma anche verso la professionalità con cui cerca di portare avanti la propria vita, la porta a condividere questa esperienza, sollecitando un confronto sulle dinamiche di potere e sul rispetto nei confronti delle donne che si trovano a operare in professioni spesso soggette a pregiudizi.
La storia mette in evidenza le sfide e gli ostacoli che molte giovani donne devono affrontare nel tentativo di conciliare gli studi universitari con la necessità di autosostentarsi, in un contesto in cui il lavoro che scelgono è frequentemente soggetto a valutazioni morali e a una facile stigmatizzazione. Allo stesso tempo, la reazione della narratrice all’offerta ricevuta sottolinea l’importanza della dignità e del rispetto personale, temi che rimangono centrali indipendentemente dal tipo di lavoro svolto. La sua determinazione a respingere proposte indecorose e a difendere la propria integrità emerge come un punto di forza e di riflessione, invitando a una maggiore sensibilizzazione e rispetto per le scelte individuali nelle varie sfere lavorative.
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