L’apocalisse fungina di “The Last of Us” potrebbe accadere nella vita reale?

Cosa c’è di vero nella serie tv del momento The Last of Us

 

The Last of Us è fin dalla sua uscita nel 2013 uno dei videogiochi più apprezzati in assoluto. Di recente è stato riadattato in una serie TV che ne ripercorre la trama e, viste le promesse, questa non poteva che diventare un enorme successo. Ci troviamo nel più classico degli scenari da apocalisse zombie: un fungo mutato Cordyceps ha colpito l’umanità e trasforma le persone che vengono infettate in mostri deformi e assetati di sangue che trasmettono l’infezione attraverso i morsi e non solo.

Non sorprende, vista l’epoca pandemica in cui ci troviamo, che la serie stia avendo un tale successo. Il genere, poi, è di quelli più amati ma qui c’è una differenza sostanziale: niente batteri, virus o catastrofi da fine del mondo. Ciò che minaccia la civiltà umana questa volta è un fungo. Tutto inventato? Non proprio, in quanto il Cordyceps è assolutamente reale. Ma può veramente infettare gli esseri umani? E se la storia di un mondo invaso da orde di umani infettati da un ceppo mutato di funghi è già abbastanza orribile, c’è da chiedersi: una pandemia fungina potrebbe davvero essere la fine di tutto?

In realtà colpisce solo gli insetti

Come detto, il Cordyceps (OphioCordyceps unilateralis), il fungo che quasi spazza via l’umanità in The Last of Us, esiste davvero. Nella comunità scientifica è addirittura noto come “fungo zombie”. Tuttavia nel mondo reale colpisce solo gli insetti. Ciò che fa agli insetti è molto simile a ciò che i giocatori di videogiochi e il pubblico televisivo possono vedere accadere alle persone in The Last of Us. C’è un motivo anche per questa somiglianza: i co-creatori del gioco, Neil Druckmann e Craig Mazin, si sono ispirati al documentario della BBC Planet Earth che parla di come il Cordyceps trasformi le formiche (e anche alcuni ragni) in creature simili a zombie.

Il Cordyceps attacca il corpo delle formiche assumendo prima il controllo delle loro funzioni motorie, prosciugando il loro corpo di sostanze nutritive e “iniettando” spore fungine che crescono e si riproducono man mano che il virus si diffonde. Quando il fungo prende il sopravvento, le formiche sperimentano un’estrema confusione e un comportamento irregolare, motivo per cui gli scienziati definiscono il Cordyceps “capace di controllare la mente”. La confusione, tuttavia, ha uno scopo: induce le formiche a salire su terreni più alti, dove sono esposte a temperature più elevate e alla luce del sole, due condizioni che aiutano il fungo a diffondersi ancora più rapidamente. Una volta che la formica infetta muore, il fungo “esce” dalla testa della formica, rilasciando spore e infettando tutti gli insetti che si trovano nelle vicinanze.

Sebbene il fungo esista da milioni di anni, non si è mai diffuso in altri animali

Sia nel gioco che nella serie, le persone infette mutano in creature simili a zombie che, con il progredire della malattia, hanno un aspetto meno umano e più fungino. Sono spesso aggressivi, salivano in attesa del prossimo morso (il modo in cui diffondono l’infezione) e si muovono usando l’ecolocalizzazione piuttosto che la vista. Formiche impazzite che attaccano e mordono tutto ciò che le circonda sembra abbastanza spaventoso, ma nel mondo animale il Cordyceps non trasforma gli insetti in violente macchine assassine. Non c’è quindi motivo di pensare che possa causare questo effetto anche negli esseri umani. Quindi potremmo davvero essere a rischio? La risposta più vicina che gli scienziati possono darci su una potenziale pandemia da funghi è “no, ma…”.

Tecnicamente parlando, il Cordyceps è una specie molto esclusiva. Sebbene il fungo esista da milioni di anni, continua a infettare soprattutto le formiche e non si è mai diffuso in altri animali, compresi i mammiferi. Inoltre, sarebbe praticamente impossibile per un fungo manipolare il cervello umano, che non solo è molto più complesso di quello di un insetto, ma è anche molto diverso dal punto di vista biologico. Le infezioni fungine colpiscono (e uccidono) le persone, ma non in modo simile a uno zombie. Infatti, ogni anno oltre 300 milioni di persone soffrono di infezioni fungine e oltre 1,5 milioni di queste muoiono. Il problema delle infezioni fungine, secondo gli scienziati, è che non sono facili da trattare. Ciò è dovuto principalmente al fatto che i funghi sono più strettamente imparentati con gli esseri umani di quanto non lo siano con i virus o i batteri, il che significa che è difficile sbarazzarsi di loro senza uccidere noi stessi nel processo. Inoltre, la ricerca per cercare di capirli è scarsa e quella su come curarli ancora meno, quindi i medici non sono ancora abbastanza attrezzati per affrontarli.

Attenzione al cambiamento climatico e al riscaldamento delle temperature

Sebbene gli scienziati non siano troppo preoccupati che un’apocalisse del Cordyceps si verifichi a breve, alcuni ritengono che il cambiamento climatico e il riscaldamento delle temperature possano portare a infezioni fungine più frequenti e più aggressive. Uno dei motivi è che i funghi prosperano a temperature ambientali inferiori alla temperatura media del corpo umano. Ma con il riscaldamento del Pianeta, gli esseri umani potrebbero, a un certo punto, diventare un luogo migliore per ospitare i funghi rispetto al pianeta stesso. In realtà stiamo già vedendo l’effetto del riscaldamento globale sulla crescita dei funghi.

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Nel 2009, gli scienziati hanno identificato il fungo multiresistente Candida auris in oltre 30 Paesi del mondo. Per la prima volta, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stilato un elenco di patogeni fungini prioritari e i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno classificato la Candida auris come “una grave minaccia per la salute globale”. Quindi, anche se una pandemia fungina di tipo hollywoodiano potrebbe non essere in programma a breve, dovremmo comunque iniziare a prestare attenzione alle altre minacce fungine in arrivo.

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