Sappiamo bene che, sebbene gli animali non siano in grado di parlare, sono perfettamente capaci di comunicare tra loro sfruttando altri codici. Tra questi, ce n’è uno particolarmente affascinante usato dalle api: la danza. Questo delicato e complesso sistema di comunicazione è impiegato da millenni per veicolare informazioni tra le api bottonatrici, ovvero gli insetti deputati alla raccolta di nettare e polline.
Durante le loro esplorazioni, queste incredibili creature segnalano alle loro compagne la posizione e la distanza dei fiori attraverso il movimento. In particolare, se la fonte delle provviste è vicina, l’ape compie una semplice danza circolare sulla superficie del favo. Nel caso in cui la sorgente sia distante più di 50 metri dal nido, l’animale effettua dei giri oscillando l’addome. Sulla base del numero delle giravolte e della rapidità del movimento dell’addome, gli altri insetti sono in grado di comprendere qual è la distanza da percorrere. La direzione, invece, è indicata sulla base della luce del sole, che funge da punto di riferimento.
Pensate che il sistema di comunicazione delle api sia incredibilmente affascinante? In realtà, non è finita qui. Questi insetti, infatti, non usano solo i segnali visivi per scambiarsi informazioni tra loro, ma anche i richiami olfattivi. Ogni alveare e ogni famiglia di api, infatti, ha un odore specifico.
Senza contare, poi, l’importanza dei suoni: da un lato, le api regine emettono delle vibrazioni, e dall’altro le operaie rispondono attraverso il battito delle ali, che pulsano circa 11.400 volte in un solo minuto. Il ronzio complessivamente prodotto dall’alveare emette una frequenza pari a 432 Hertz, anche nota come “frequenza della felicità”.
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Ascoltare suoni emessi a questa frequenza, infatti, ha per la nostra specie incredibili benefici, poiché stimola la produzione di adrenalina e dopamina, sostanze che inducono il rilascio di morfine naturali. La loro azione, a sua volta, ha effetti curativi, come la diminuzione del dolore e della tensione fisica, oltre che la spinta a produrre un maggior numero di anticorpi.
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