L’immortalità è da sempre un miraggio a cui tende l’uomo. L’angoscia di una morte ineluttabile spinge a studiare sistemi che allunghino le aspettative di vita media e che ritardino il più possibile il momento del trapasso.
La scienza si sta focalizzando in particolare sullo studio di alcune specie animali che sembrano infrangere le leggi della natura vivendo molto a lungo e avendo capacità di rigenerare parti del corpo danneggiate. Lo scopo è capire i meccanismi che si innescano nei loro organismi e che potrebbero essere replicati per allungare anche la vita dell’uomo.
«Ci sono molti organismi che non invecchiano o invecchiano molto lentamente, come ad esempio scorfani, aragoste, e alcuni tipi di squali» ha affermato John K. Davis, professore di filosofia e bioetica alla California State University.
Gli esseri umani invecchiano a causa di una combinazione di fattori definito senescenza, con la lenta degenerazione dei cromosomi e l’esaurimento delle cellule staminali nel corpo che contribuiscono entrambi al ritardo della riparazione cellulare e all’invecchiamento del corpo.
«Attualmente non c’è consenso tra gli scienziati sulle cause dell’invecchiamento» ha affermato David Gems, professore di biogerontologia e invecchiamento all’University College di Londra nel Regno Unito. «Un’idea che esiste da molto tempo è che l’invecchiamento sia causato da un accumulo di danni nell’organismo che invece alcuni tipi di animali riescono a riparare da soli».
Ci sono animali che vivono molto a lungo: lo squalo della Groenlandia ad esempio, che vive tra le fredde acque del nord Atlantico e dell’oceano Artico, ha la vita più lunga di tutti i vertebrati, circa 400 anni. Vivendo in acque molto fredde, ha un metabolismo molto lento che secondo gli studiosi potrebbe contribuire alla longevità.
Un altro animale che sembra immortale è la medusa Turritopsis dohrnii. Grande circa 2 cm, la medusa se ferita o in condizioni di forte stress, può regredire alla condizione di polipo, la prima fase della sua vita, per poi riprendere a svilupparsi fino allo stadio adulto. Il processo alla base di questa trasformazione è chiamato transdifferenziazione, quando una cellula specializzata si trasforma in un altro tipo di cellula, un fenomeno che di solito è impossibile.
I tardigradi, microscopici animali che hanno dimensioni da 0,1 mm a 1,5 mm, sono in grado di vivere in una vasta gamma di condizioni estreme, come temperatura, pressione, alte dosi di radiazioni, disidratazione e fame, e si è scoperto che sopravvivono persino al vuoto dello spazio.
L’idra, proprio come il mitologico mostro da cui prende il nome, è in grado di far rinasce la testa o un’altra parte del corpo se questa viene tagliata. Il suo organismo non mostra forme di deterioramento legate all’età.
La rigenerazione di parti del corpo è osservata anche in altre specie, tra cui alcune salamandre axolotl, mentre i vermi platelminti planaria se tagliati a metà possono far ricrescere l’intero corpo.
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La longevità e la rigenerazione di parti del corpo sono due fenomeni indipendenti che possono anche evolversi separatamente. Significa che alcune specie possono vivere a lungo ma non riescono a rigenerare le loro appendici corporee (come alcuni squali che possono vivere per secoli ma non possono rigenerare le loro pinne se morsi). Al contrario, altri possono facilmente far ricrescere le pinne ma hanno vita molto breve. Lo studio di questi meccanismi che interessano alcune specie animali può portare a sviluppare la capacità di ricrescita degli arti negli individui con amputazioni. Allungare la vita, o migliorarla con processi di rigenerazione die tessuti, ritardando l’invecchiamento non significherebbe però conquistare l’immortalità, poiché l’essere umano sarebbe sempre vulnerabile a incidenti, lesioni, malattie.
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