Una delle creature marine più longeve è una spugna vetrosa (Monorhaphis chuni) che è in grado di vivere dagli 11.000 ai 15.000 anni. Questi invertebrati vivono principalmente a profondità superiori ai 200 metri, spesso su fondali sabbiosi o fangosi dove trovano un ambiente stabile e privo di disturbi.
Nel 1986 fu scoperto un esemplare nel mar cinese orientale ad una profondità di 1100 metri. Nel 2012 gli scienziati studiarono la composizione dello scheletro della spugna gigante, lunga oltre 6 metri e spessa un centimetro. Era composta da sottili lamelle di biossido di silicio che componevano la sua asta simile a fibra di vetro e che crescevano come gli anelli di un albero. L’analisi delle lamelle ha portato a scoprire la sbalorditiva età della creatura marina: 11.000 anni.
La crescita delle lamelle variava a seconda dei cambiamenti ambientali, come ad esempio l’aumento della temperatura dell’acqua a causa di un’eruzione sottomarina. «Esibendo una longevità così eccezionale, queste spugne offrono l’opportunità di studiare le condizioni oceaniche utilizzando un archivio climatico vivente» ha affermato l’autore principale dello studio, Klaus Peter Jochum del Max Planck Institute for Chemistry. «Così facendo, siamo stati in grado di stabilire che la temperatura dell’oceano profondo è cambiata più volte negli ultimi millenni e che la temperatura in cui si è sviluppata la spugna è oscillata da -2° C a 6-10° C, come risultato di eruzioni di montagne sottomarine».
Le spugne vetrose hanno una crescita estremamente lenta di pochi millimetri all’anno, accumulando strati di materiale nel corso dei millenni. Le profondità oceaniche offrono un ambiente freddo e stabile, rallentando il metabolismo delle spugne e riducendo l’impatto dell’invecchiamento cellulare. A grandi profondità inoltre, la pressione estrema e la scarsità di cibo scoraggiano la presenza di predatori che potrebbero danneggiarle. Le spugne, infine, possiedono un sistema di autorigenerazione che può riparare le cellule danneggiate e sostituire le parti perse.
Questi organismi non sono solo curiosità biologiche, ma veri e propri regolatori degli ecosistemi marini. Una spugna vetrosa può filtrare migliaia di litri d’acqua al giorno, rimuovendo particelle sospese e nutrienti in eccesso. Inoltre, le loro strutture complesse offrono rifugio a molte altre specie marine, come gamberi, stelle marine e piccoli pesci.
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La ricerca sulle spugne vetrose potrebbe fornire informazioni preziose per la biologia dell’invecchiamento e la conservazione degli habitat profondi. Proteggere questi organismi e i loro ecosistemi diventa cruciale in un’epoca di cambiamenti climatici e pesca intensiva.
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