Altro che “Cristallo di Luna”: Sailor Moon è figlia di Dario Argento e non lo sapevamo

Luci psichedeliche, danze stregate e amore letale: Sailor Moon non è mai stata così gotica

 

Chi l’avrebbe mai detto che dietro a pettinature improbabili, scettri scintillanti e frasi tipo “nel nome della Luna, ti punirò!”, si nascondesse il fantasma di Dario Argento? Proprio lui, il re del brivido all’italiana, quello che ha trasformato le accademie di danza in trappole mortali. Ebbene sì: Sailor Moon, icona shojo degli anni ’90, deve qualcosa al Suspiria più cupo e visionario. A confessarlo senza troppi giri di parole è Kunihiko Ikuhara, uno dei registi che hanno reso immortale la serie.

Lo stesso Ikuhara – quello che ci ha regalato momenti indimenticabili come le trasformazioni da un quarto d’ora in slow motion – ha ammesso in un’intervista recente che molto del suo immaginario proviene proprio da quel delirio cromatico e horrorifico firmato Dario Argento nel 1977. Altro che solo cuori e stelline.

Dal cristallo di Luna al sangue scenografico: Ikuhara e l’amore per Suspiria

Kunihiko Ikuhara approda alla Toei Animation nel 1986, e da lì in poi cambia le regole del gioco. Oltre a Sailor Moon, firma anche Revolutionary Girl Utena e Yurikuma Arashi, due serie che fanno sembrare Twin Peaks una pubblicità del Mulino Bianco. E proprio parlando di quest’ultima, Ikuhara racconta: “In Yurikuma Arashi c’è una scuola di danza dove le ballerine muoiono per via della stregoneria”. Che, detto così, fa più Suspiria che anime con orsetti parlanti.

Eh già, perché Yurikuma Arashi non è una favola per bambini, ma un incubo visivo con orsi ribelli, meteoriti impazziti e un “Muro dell’Estinzione” che separa bestie e umani. Muro, sì. Dell’Estinzione. Non proprio il tipo di cosa che trovi in una serie consigliata dopo cena.

Ma attenzione, perché Ikuhara non si limita a creare confusione narrativa (quella c’è sempre, per contratto). Qui c’è proprio un tributo dichiarato all’estetica argentiana: luci malate, colori ipersaturi, scenografie da febbre da cavallo, e quel sottile disagio che ti accompagna anche quando ti sembra di capire qualcosa. E come in Suspiria, anche qui ogni scena sembra una danza, ma verso l’abisso.

Leggi anche: Le principesse Disney rischiano grosso: lo studio che svela i loro (numerosi) problemi di salute

Quando Sailor Moon strizza l’occhio al gotico (ma con l’eyeliner glitter)

Ora, non è che da domani dobbiamo iniziare a classificare Sailor Moon come horror psicologico. Però, una volta che sai questa cosa… alcune scene iniziano a sembrare molto diverse. Tipo quelle in cui le guerriere combattono in luoghi oscuri, con luci strane e nemici che sembrano usciti da un incubo surrealista. E chi lo sa? Forse dietro a ogni “Moon Tiara Magico” si nascondeva un retrogusto da Giallo italiano.

La verità è che Ikuhara ha sempre amato giocare con i contrasti. E se la superficie luccica come un barattolo di glitter rovesciato, il sottofondo spesso è disturbante, enigmatico, e vagamente inquietante. Basta saper guardare. Magari mentre un orso antropomorfo danza sullo sfondo e una meteora distrugge il cielo. Perché no?

Quindi, la prossima volta che rivedrete Sailor Moon, provate a guardarla con un occhio un po’ più… gotico. Magari scoprirete che quella magia così kawaii ha un’anima noir. Una con la colonna sonora di Goblin e qualche strega di troppo.

Share