Nei lavandini dei bagni c’è un secondo foro oltre a quello dove scarica l’acqua. È posizionato sotto al rubinetto e ha una precisa funzione. Nel caso in cui chiudi il tappo e fai uscire l’acqua, questa sale sempre più di livello e se la dimentichi aperta c’è il rischio che arrivi a traboccare fuori, allagando il bagno.
Il foro in alto, chiamato “tappo troppo pieno” ha la funzione di secondo scarico per far defluire l’acqua quando raggiunge un certo livello. Lo stesso foro, ma spesso coperto da una piccola griglia, è presente anche nei lavelli della cucina. Indipendentemente dal design o dal tipo di lavandino, il foro troppo pieno è sempre presente. Dai lavelli più moderni e minimalisti a quelli più tradizionali, i produttori integrano sempre questo componente con l’obiettivo di garantire la sicurezza domestica e di prevenire allagamenti.
Per essere sempre efficiente, il foro del troppo pieno, soprattutto se coperto da una griglia, va tenuto pulito. Un eventuale accumulo di sporco potrebbe ostruire il passaggio dell’acqua.
Il lavello o lavabo trae le sue origini dalle bacinelle fise o dalle vasche già in uso presso le civiltà antiche a partire dal III millennio a.C. la cui forma e funzione è rimasta pressoché invariata nel tempo.
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Il termine lavabo è un verbo latino (laverò) che proviene da una frase che in passato veniva recitata dal sacerdote durante la messa, al momento di lavarsi le mani “Lavabo inter innocentes manus meas et circumdabo altare tuum, Domine” (Laverò fra gli innocenti le mie mani: e andrò attorno al tuo altare, o Signore).
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