La felicità è un qualcosa di strettamente collegato all’età, almeno secondo la Scienza. A renderlo noto sono i ricercatori delle Università di Melbourne e di Warwick, i quali hanno rappresentato questa correlazione attraverso un grafico a forma di U. La ricerca ha analizzato sette diversi sondaggi, per un totale di un campione di 1,3 milioni di persone provenienti da 52 paesi diversi. Le loro risposte hanno dato vita al grafico dove inizio e fine della U (fasi iniziali e finali della vita) sono caratterizzate da momenti “più alti” di felicità, mentre il centro è una parte meno gioiosa, dove l’individuo ha più preoccupazioni.
Infatti, l’età “di mezzo” coincide con quella in cui abbiamo tante responsabilità, preoccupazioni legate alla famiglia, al lavoro, alla salute ed alla carriera. All’inizio del grafico c’è quella che possiamo definire l’età della spensieratezza. Lo stesso vale con la parte finale, ovvero la vecchiaia, momento in cui si raccolgono i frutti dei sacrifici fatti nella vita e in cui si ha più tempo per dedicarsi ai propri hobby.
Nello specifico, il grafico mostra che dai zero ai trent’anni, l’uomo si trova dapprima nell’età dell’infanzia e poi in quella dell’adolescenza. Questo periodo è caratterizzato da scuola, università e dal primo approccio al mondo del lavoro. A tal proposito è un momento in cui si hanno maggiori aspettative per il futuro, ed in cui la felicità dipende dalla ricerca di nuovi stimoli e dai contatti sociali. C’è poi il periodo compreso tra i trenta ed i quarant’anni. Qui si ha tanta voglia di realizzarsi, ma si sente il peso delle responsabilità e delle preoccupazioni. L’uomo inizia ad essere disilluso e quindi meno felice.
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Gli anni tra i quaranta ed i cinquanta sono caratterizzati dai “bilanci” con i quali l’individuo si chiede a che punto è arrivato e se ciò che ha ottenuto è davvero quello che sperava. C’è poi la fase detta “di stallo” tra i cinquanta ed i sessant’anni. Qui le occasioni “perse” si fanno meno pressanti e inizia la fase della rinascita e della consapevolezza in cui si riacquista la serenità. Infine, tra i sessanta ed i settant’anni ritorna il picco della felicità, ci si sente liberi di coltivare i propri interessi e si è più sereni.
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