Una giornata tra ragazze si trasforma in un episodio surreale
- Una ragazza aveva organizzato con sua cugina una giornata di shopping tra donne, escludendo la presenza del figlio di lei
- La cugina, però, fa una deviazione per tornare a casa ad allattare il bambino di 5 anni, che sarebbe dovuto restare con il padre
- Invece di lasciarlo a casa, lo porta con sé e dichiara che preferisce essere allattato in auto
- Si fermano nel parcheggio di Costco perché, secondo la madre, è uno dei luoghi preferiti dal bambino per la poppata
- Lo shopping viene annullato, fanno solo la spesa e la giovane torna a casa disturbata, decidendo di non voler più uscire con la cugina, ma si sente in colpa
- La risposta del web (e la nostra)
Su Reddit, un’utente ha pubblicato un post diventato virale, raccontando un’esperienza ai limiti dell’assurdo vissuta con sua cugina. Il racconto ha scatenato centinaia di commenti, tra stupore, perplessità e indignazione. Quella che doveva essere una tranquilla giornata di shopping tra donne si è trasformata in un’odissea fatta di soste in parcheggi “preferiti” per… allattare un bambino di cinque anni.
Ecco cosa ha raccontato l’utente.
“Mi aspettavo una giornata tra donne, invece mi sono ritrovata a fare da spettatrice a una situazione davvero assurda”
Avevamo programmato da tempo un pomeriggio tutto al femminile, un’occasione per rilassarci e distrarci un po’ con qualche acquisto. Io e mia cugina ci eravamo accordate per trascorrere qualche ora insieme, solo noi due, senza bambini, proprio per permetterle di prendersi una pausa dalla maternità. Il suo bambino di 5 anni doveva restare a casa con il padre. Ma le cose hanno preso una piega totalmente inaspettata.
“Il suo bambino era con noi, e improvvisamente ci siamo trovate a girare per parcheggi scelti da lui per… allattare”
Quando mia cugina è arrivata a prendermi, mi sono subito accorta che stavamo andando nella direzione sbagliata rispetto al centro commerciale dove dovevamo fare shopping. Alla mia domanda, mi ha risposto che doveva fermarsi un attimo a casa per allattare suo figlio. Fin qui, nulla di strano. Una volta arrivate, ha lasciato il motore acceso ed è entrata in casa, dicendomi che sarebbe stata veloce. Dopo qualche minuto, è tornata fuori… con suo figlio.
A quel punto le ho chiesto se avesse finito, e lei mi ha risposto che no, perché il bambino preferiva essere allattato in macchina. Sono rimasta senza parole. Ho deciso comunque di non dire nulla e aspettare, pensando che tutto si sarebbe risolto in pochi minuti.
Ma poi, invece di dirigerci finalmente verso il centro commerciale, ci siamo fermate nel parcheggio di un Costco. Quando le ho chiesto il motivo, mi ha detto con tranquillità che quello era uno dei parcheggi preferiti del bambino per l’allattamento. E non era nemmeno l’unico: mi ha elencato anche il parcheggio di HomeGoods tra i suoi preferiti.
“Mi sono sentita intrappolata, e ho capito che non voglio più passare tempo con lei”
A quel punto mi sono sentita davvero a disagio, anche perché non avevo modo di andarmene: eravamo nella sua macchina e in una zona lontana da casa mia. La giornata che doveva essere di svago si è trasformata in un giro senza senso, e lo shopping è stato completamente cancellato. Siamo finite a fare la spesa da Target, e poi mi ha riportata a casa.
Quell’esperienza mi ha lasciata disturbata e confusa. Non riesco a fidarmi più di lei. Trovo inquietante che un bambino abbia “parcheggi preferiti” dove vuole essere allattato. Mi sembra una cosa totalmente fuori dalla norma, e sinceramente non voglio mai più trovarmi in una situazione simile. Per me è stato un chiaro segnale: non intendo più uscire con lei.
“Ho torto?”
La giovane ha chiesto consiglio al web se avesse torto o meno. La maggior parte le ha dato ragione e anche noi. Cara utente, difficile darti torto. Quando una giornata tra ragazze si trasforma in un pellegrinaggio tra parcheggi per rispettare le “preferenze di allattamento” di un bambino di cinque anni, qualcosa non torna. Non tanto per l’allattamento in sé, che è una scelta personale, ma per l’insistenza nel renderlo un rituale pubblico, logisticamente invadente e, soprattutto, completamente scollegato da ogni minimo senso della realtà.
Che un bambino abbia un parcheggio preferito per la poppata è già di per sé un campanello d’allarme. Che un adulto lo segua in questa logica, lo è ancora di più. Cara cugina, la prossima volta magari organizza un “giorno tra donne” con uno psicologo, prima di coinvolgere altri in questa piccola saga urbana da incubo.
Hai fatto bene a non volerci più uscire. Anche l’amore familiare ha un limite, ed è giusto che quel limite venga rispettato.
