La donna percorse 106 km con coraggio e determinazione, decretando la nascita dell’era automobilistica
- Bertha e Karl Benz nel 1886 brevettarono la prima auto definita “carrozza senza cavalli”
- L’invenzione fu accolta in maniera molto fredda nella società dell’epoca, in quanto il mezzo era ritenuto poco patico per gli spostamenti
- Per dimostrare al mondo l’utilità dell’auto, Bertha fece all’insaputa del marito il primo viaggio a lunga distanza insieme ai due figli
- La macchina durante il tragitto ebbe numerosi problemi che la donna risolse con inventiva e intraprendenza
- Il viaggio dimostrò l’affidabilità dell’automobile, attirando l’attenzione pubblica e segnando l’inizio dell’era automobilistica
Bertha Benz è stata la prima persona ad intraprendere un viaggio in auto per dimostrare alla società dell’epoca che l’invenzione messa a punto insieme al marito Karl Benz funzionava e poteva avere utilità pratica.
Il primo viaggio a lunga percorrenza
Bertha era una donna indipendente ed intraprendente e prima ancora di sposare Karl finanziò il suo progetto di una “carrozza senza cavalli” su cui stava lavorando (e che poi diventò la Benz Patent-Motorwagen).
Karl era un brillante ingegnere, tuttavia mancava di ambizione ed acume negli affari. L’invenzione fu accolta in maniera molto fredda nella società dell’epoca, in quanto il mezzo era ritenuto poco patico per gli spostamenti. Fu Bertha a far conoscere al mondo le potenzialità dell’auto compiendo il primo viaggio a lunga distanza della storia e organizzando tutto all’insaputa del marito. Fino ad allora la macchina era stata sperimentata solo su brevi tragitti per far fronte ai vari problemi tecnici che si presentavano durante l’uso.
Una mattina presto dell’agosto 1888 Bertha svegliò i due figli adolescenti per il viaggio della vita. Tutti e tre partirono da Mannheim, città della Germania dove abitavano, per andare a fare visita alla madre della donna a Pforzheim, percorrendo 106 chilometri. Non volendo dire al marito il suo coraggioso piano, Bertha lasciò un breve biglietto per lui, spiegando che erano usciti. Spinsero silenziosamente il veicolo lontano da casa, in modo che Karl non venisse svegliato e, una volta a distanza di sicurezza, accesero il motore e partirono.
Le difficoltà e gli ostacoli del tragitto
Il viaggio fu molto impegnativo. Senza strade o segnaletica chiare, Bertha non aveva idea in quale direzione stessero andando, quindi dovette capirlo strada facendo. Incontrarono anche molte colline e terreni irregolari: l’auto non era in grado di superare tali ostacoli e così i ragazzi dovettero più volte scendere e spingere. Anche il motore presentava dei rischi: doveva essere costantemente raffreddato e per farlo funzionare era necessario versarci sopra dell’acqua: per questo furono necessarie numerose soste vicino a fiumi, ruscelli e negozi per procurarsi l’acqua.
La donna doveva anche procurare il carburante, disponibile sotto forma di ligroina, etere di petrolio comunemente noto come benzene e reperibile in farmacia. Nel viaggio si presentarono anche dei guasti meccanici, ma Bertha non si fece prendere dallo sconforto: utilizzò la sua spilla da cappello per liberare un tubo del carburante bloccato e avvolse una delle sue giarrettiere attorno a un filo di accensione che aveva bisogno di essere isolato.
La nascita dell’era automobilistica
Giunta a casa della madre, Bertha inviò un telegramma al marito per informarlo del successo del viaggio. Pochi giorni dopo, tornò a casa piena di nuove idee su come migliorare il modello di automobile e aggiornare il brevetto. Il viaggio dimostrò l’affidabilità dell’automobile, attirando l’attenzione pubblica e segnando l’inizio dell’era automobilistica.
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Il percorso affrontato dalla donna è commemorato dalla “Bertha Benz Memorial Route”, un itinerario storico-turistico da Mannheim a Pforzheim che celebra il suo coraggio e la sua determinazione.
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