Vengono scambiate alla nascita e lo scoprono a 60 anni

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Vengono scambiate alla nascita e lo scoprono a 60 anni

| 18/01/2025
Fonte: Pexels

Le autorità sanitarie lo sapevano dal 1985

  • Due donne norvegesi, scambiate in culla nel 1965, hanno vissuto con famiglie diverse senza conoscere la verità per quasi 60 anni
  • Le autorità sanitarie avevano identificato lo scambio nel 1985 grazie a esami del sangue, ma non informarono le famiglie
  • Nel 2021, Mona, una delle donne coinvolte, scoprì di non essere biologicamente legata alla madre attraverso un test genetico
  • Le donne e una delle madri hanno denunciato lo Stato norvegese per violazione del diritto all’identità e alla vita familiare, chiedendo risarcimenti
  • L’ospedale responsabile, una struttura privata, aveva una storia di episodi simili, sollevando dubbi sulla gestione delle nascite negli anni ‘50 e ‘60

 

Nel 1965, in un ospedale privato norvegese, avvenne uno scambio di neonati che avrebbe segnato due famiglie per decenni. Karen Rafteseth Dokken, dopo aver dato alla luce una bambina, tornò a casa con quella che credeva fosse sua figlia, Mona. Nonostante un piccolo dubbio iniziale legato ai capelli scuri della neonata, Karen attribuì il tratto a una somiglianza con la suocera. Tuttavia la bambina biologica di Karen, Linda Karin Risvik Gotaas, era stata affidata a un’altra famiglia.

La verità iniziò a emergere nel 1981, quando Linda si sottopose a esami del sangue che rivelarono l’assenza di legami biologici con la madre che l’aveva cresciuta. Le autorità norvegesi approfondirono la vicenda e identificarono lo scambio di culla nel 1985, ma decisero di non informare le famiglie coinvolte, lasciando le donne inconsapevoli della loro vera identità per altri 36 anni.

L’azione legale contro lo Stato norvegese

Solo nel 2021, Mona decise di sottoporsi a un test del DNA, sospettando da tempo di essere “diversa”. I risultati confermarono che non era biologicamente legata a Karen, scatenando uno shock emotivo profondo. La scoperta spinse Mona, insieme a Karen e Linda, a intentare un’azione legale contro lo Stato norvegese per la violazione del diritto alla vita familiare e all’identità. Gli avvocati delle donne accusano le autorità di aver nascosto informazioni cruciali per decenni.

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Nonostante l’ospedale fosse una struttura privata, si sostiene che lo Stato avrebbe dovuto agire per garantire trasparenza e giustizia. L’episodio, inoltre, ha sollevato questioni su una gestione sanitaria apparentemente negligente, con altri casi di scambi di culle registrati nella stessa struttura durante gli anni ‘50 e ‘60. Mentre il processo è ancora in corso, la vicenda ha riaperto ferite emotive e dibattiti morali. Anche se un risarcimento economico potrebbe essere riconosciuto, nulla potrà restituire a queste donne gli anni perduti con le loro famiglie biologiche.

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