Quanto pesa l’anima dell’essere umano?

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Quanto pesa l’anima dell’essere umano?

| 30/11/2024
Fonte: Pixabay

Il medico statunitense che provò a “pesare” l’anima dell’essere umano

  • Duncan MacDougall è stato un medico statunitense che tentò di misurare la “massa” persa da un essere umano al momento della sua dipartita
  • Lo specialista provò a conferire un peso preciso all’anima dell’uomo
  • Secondo i suoi calcoli, quest’ultima dovrebbe pesare circa 21 grammi
  • Il dottore ideò un esperimento grazie al quale riuscì a misurare la massa dell’anima umana
  • Il luminare effettuò la medesima prova empirica anche su degli animali domestici

 

Nel 1901 il medico statunitense Duncan MacDougall tentò di misurare l’anima umana dimostrandone la sua esistenza. Secondo lo specialista, al momento del trapasso il corpo umano perderebbe il peso della sua “aura protettrice”.

Un concetto, questo, che per un certo periodo fu relegato ad un discorso meramente religioso. Il luminare postulò che l’anima fosse materiale tangibile e quindi composta da massa, ergo si sarebbe notato un calo misurabile del peso del defunto nel momento in cui questa essenza si fosse separata dai resti fisici. Grazie alla teoria di MacDougall, però, iniziò pian piano ad acquisire un senso sempre più fortemente scientifico e razionale mediante una serie di esperimenti ideati proprio dall’esperto.

Il dottore, cercando di determinare “se le funzioni psichiche continuassero ad esistere come individualità o personalità separate dopo la morte del cervello e del corpo“, ideò un letto speciale nel suo studio disposto su una struttura leggera costruita su una trave contraddistinta da una piattaforma bilanciata su delle scale.

L’esperimento del peso dell’anima

Il professore dispose su questo letto una successione di sei pazienti allo stadio terminale (quattro affetti da tubercolosi, uno di diabete e uno di cause non specificate). MacDougall li ha accuratamente osservati e pesati prima, durante e dopo il processo della morte.

Il paziente veniva curato in ogni modo, anche se era praticamente moribondo una volta  posto sul letto. Perdeva lentamente peso al ritmo di 28 grammi all’ora a causa dell’evaporazione dell’umidità nella respirazione e dell’evaporazione del sudore. Durante tutte e tre le ore e quaranta minuti mantenevo l’estremità della trave leggermente al di sopra dell’equilibrio vicino alla barra di limitazione superiore per rendere il test più decisivo. Dopo tre ore e quaranta minuti il malato è spirato. Improvvisamente, in coincidenza con la morte, l’estremità del raggio è caduta con un colpo udibile colpendo la barra di limitazione inferiore e rimanendo lì senza rimbalzo. Dopo la dipartita il paziente aveva perso circa 21 grammi di peso“, scrisse il medico nella relazione.

Anche gli animali hanno un’anima?

Per testare la veridicità di ciò che affermava, MacDougall ripeté il test prendendo in esame quindici cani. Tramite questa analisi lo studioso osservò che “i risultati erano uniformemente negativi, non si registrò nessuna perdita di peso alla loro morte“.

Questo risultato apparentemente corroborava l’ipotesi di MacDougall secondo cui il disavanzo presentatosi al momento della morte degli esseri umani fosse realmente dovuto alla perdita dell’anima. Inoltre, stando alla dottrina religiosa del dottore, gli animali non possedevano un proprio spirito.

Gli esperimenti del medico statunitense sopracitati risalgono al 1907. Negli anni seguenti, fino al sopraggiungimento della sua morte avvenuta nel 1920, lo scienziato effettuò altre prove empiriche per stabilire il reale peso dell’anima umana. Queste ultime definirono che la massa spiritica dell’uomo ha un peso di ben 21,3 grammi.

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Tuttavia diversi teorici hanno ribaltato nel tempo gli esperimenti di MacDougall, sostenendo che i suoi risultati fossero frutto di una metodologia troppo imprecisa e sospetta.

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