Paragonarsi agli altri non è negativo di per sé: ecco quando è utile
- Il confronto con gli altri può essere uno strumento utile per conoscere meglio noi stessi attraverso l’osservazione di chi ci circonda
- In alcuni casi, le altre persone possono rappresentare una fonte di ispirazione
- A volte, però, i continui paragoni rischiano di generare stress e senso di rivalità
- In questo caso, dovremmo rivolgere la nostra attenzione a noi stessi
- Lavorare sulle nostre insicurezze è indispensabile per accettare la nostra e altrui unicità
Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non si è paragonato a qualcun altro. La tendenza a mettersi a confronto con chi ci circonda è del tutto normale, almeno in una certa misura. Il problema – ahinoi – sorge quando la comparazione risulta costante e finisce per dar vita a un senso di rivalità e competizione, generando frustrazione e perfezionismo. In linea di massima, tutti tendiamo a paragonarci alle altre persone. Il motivo è che il confronto è uno strumento che ci aiuta a conoscerci meglio, perché ci permette di valutare le nostre capacità, qualità e prestazioni in rapporto a un termine di paragone. Ad essere dannoso non è questo fenomeno in sé, ma la modalità e i motivi per cui viene attuato.
Osservare il comportamento e le caratteristiche di chi ci circonda può essere non solo un’efficace strategia per imparare qualcosa su di noi attraverso la conoscenza dell’altro, ma anche per trarre ispirazione dai suoi punti di forza e dagli aspetti che più ammiriamo della sua personalità. Un obiettivo funzionale e utile alla base di questo atteggiamento, quindi, dovrebbe essere improntato alla crescita personale e al benessere. A volte, però, gli effetti possono rivelarsi del tutto opposti: il paragone con gli altri genera un senso di inferiorità che mina la nostra autostima. Scopriamo perché succede e come arrestare questa spiacevole dinamica.
Perché il confronto ci rende così insicuri?
La tendenza a paragonarsi agli altri può diventare non solo improduttiva, ma persino estremamente dannosa. Ciò avviene, nella fattispecie, quando ci si fossilizza solo su alcuni aspetti, adottando schemi di ragionamento fallaci e disfunzionali. Se il confronto viene effettuato tenendo in considerazione solo i successi ottenuti dagli altri, è un paragone decisamente impari. Dall’esterno, infatti, le vite altrui sembrano perfette. In realtà, però, non conosciamo i sacrifici, il dolore e i fallimenti che le altre persone hanno dovuto affrontare per raggiungere i loro traguardi.
Questo modo di ragionare, inoltre, priva ognuno della sua unicità. Tutti coloro che ci circondano hanno la propria storia, con trascorsi diversi, personalità irripetibili, storie e ambizioni personali. Per questo, la comparazione è utile se avviene esclusivamente su determinati piani e con precisi scopi costruttivi, e non se risulta basata sull’intera esistenza degli altri.
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Infine, se abbiamo questa costante tendenza a paragonarci alle altre persone, dovremmo concentrarci maggiormente su di noi e sulle nostre insicurezze. È probabile che una scarsa autostima ci spinga a sentirci inferiori a chiunque, anche se nella realtà dei fatti non è così. Il miglior consiglio, in questo caso, è quello di lavorare sul proprio benessere, focalizzandoci sulla nostra crescita personale con l’aiuto di un professionista.
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- https://www.thewom.it/lifestyle/selfcare/perche-facciamo-paragoni-con-gli-altri
- https://mindfulhealthsolutions.com/the-psychology-of-comparison-why-we-do-it-and-how-to-stop/
- https://www.psychologytoday.com/us/basics/social-comparison-theory