Lo studio ha esaminato un campione di oltre 8.400 persone over 60 con funzioni cognitive normali
- Un recente studio ha trovato che bere più di tre tazze di caffè al giorno potrebbe accelerare il declino cognitivo, esaminando un campione di oltre 8.400 persone over 60 con funzioni cognitive normali
- I forti bevitori di caffè (quattro o più tazze al giorno) mostrano un deterioramento più rapido nell’intelligenza fluida rispetto a chi consuma quantità moderate (da una a tre tazze)
- Contrariamente al caffè, chi non beve tè mostra il maggiore declino cognitivo, mentre i consumatori moderati o elevati di tè mantengono meglio le funzioni cognitive, suggerendo effetti neuroprotettivi più forti
- Lo studio è di tipo osservazionale e non stabilisce un rapporto di causa-effetto, ma fornisce una base per ulteriori ricerche sul tema
- Sebbene il caffè possa avere benefici su alcune condizioni di salute, il consumo eccessivo può comportare rischi per la salute cognitiva
Il consumo di caffè è da tempo al centro di numerosi studi scientifici, con alcuni che ne evidenziano i benefici e altri che mettono in guardia sugli effetti negativi legati all’eccesso. Un recente studio presentato alla conferenza dell’Associazione Internazionale Alzheimer ha portato alla luce una nuova preoccupazione: bere più di tre tazze di caffè al giorno potrebbe accelerare il declino cognitivo. La ricerca ha esaminato un ampio campione di persone over 60, tutte con funzioni cognitive inizialmente normali, per valutare come il consumo di caffè e tè possa influire sull’intelligenza fluida, che include abilità come il ragionamento logico e il riconoscimento di schemi.
Il campione includeva oltre 8.400 individui, in maggioranza donne, con un’età media di 67,8 anni. Di questi, il 18% dichiarava di bere più di quattro tazze di caffè al giorno, mentre il 58% beveva da una a tre tazze. Un gruppo più piccolo, il 25%, affermava di non consumare affatto caffè. I risultati hanno mostrato che coloro che bevevano quantità moderate di caffè avevano un declino cognitivo più lento rispetto ai grandi consumatori. In particolare i forti bevitori di caffè, definiti come coloro che consumavano quattro o più tazze al giorno, manifestavano un deterioramento più rapido nell’intelligenza fluida durante gli otto anni di follow-up dello studio. Al contrario, chi beveva una quantità moderata di caffè sembrava godere di un effetto protettivo contro il declino cognitivo.
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Il tè agisce diversamente
Il tè, invece, ha mostrato un modello diverso. Chi non ne beveva affatto subiva il maggior declino cognitivo, mentre i consumatori di quantità moderate o elevate sembravano mantenere meglio le proprie funzioni cognitive. Questo suggerisce che il tè possa avere effetti neuroprotettivi più marcati rispetto al caffè, anche se gli studiosi sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per capire meglio i meccanismi coinvolti. Gli esperti avvertono che lo studio è di tipo osservazionale, il che significa che non stabilisce un rapporto di causa-effetto, ma pone una base importante per studi futuri. È anche interessante notare che, mentre il caffè può avere effetti positivi su condizioni come l’ictus e il diabete, il consumo eccessivo può comportare rischi a livello cognitivo.
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- https://www.gazzetta.it/alimentazione/16-08-2024/bere-troppo-caffe-puo-portare-a-declino-cognitivo-precoce.shtml
- https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/qualche-tazzina-di-caffe-al-giorno-puo-ridurre-il-rischio-demenza