Nel deserto del Sahara, in Niger, ci sono due petroglifi di giraffe a grandezza naturale scolpiti da popoli sconosciuti
- Nel 1987 un archeologo francese scoprì nei pressi di Dabous, in Niger, due petroglifi di giraffe a grandezza naturale scolpiti nella roccia
- Le opere di arte rupestre combinano diverse tecniche di lavorazione tra cui raschiatura, levigatura e incisione dei contorni
- Le due giraffe sono un maschio e una femmina affiancate da una piccola figura umana
- Nella regione sono state individuate 828 incisioni di figure umane e animali
- Le due giraffe hanno subito un deterioramento dovuto a calpestio, graffiti e furto di frammenti
In una zona remota del Sahara nei pressi di Dabous, nella regione nord del Niger, ci sono due petroglifi di giraffe a grandezza naturale scolpiti nella roccia circa 8000 anni fa.
La scoperta
Nell’area è presente un’eccezionale arte rupestre. I due petroglifi furono scoperti nel 1987 dall’archeologo francese Christian Dupuy e hanno subito suscitato molto interesse per le dimensioni, il realismo e la tecnica delle raffigurazioni. Le due giraffe, che si pensa siano un grande maschio di fronte a una femmina più piccola, sono state incise sulla superficie erosa di uno sperone di arenaria. La giraffa più grande misura 5,4 m dalla testa ai piedi e combina diverse tecniche di lavorazione, tra cui raschiatura, levigatura e incisione profonda dei contorni.
Ogni giraffa ha una linea incisa che emana dalla bocca o dal naso, che serpeggia verso una piccola figura umana. Questo motivo non è insolito nell’arte rupestre sahariana, ma il suo significato rimane un mistero. Le interpretazioni hanno suggerito che la linea potrebbe indicare che le giraffe venivano cacciate o addirittura addomesticate, o potrebbe riflettere un’associazione religiosa, mitica o culturale. È stato anche suggerito che le linee e le figure umane siano state aggiunte in periodi successivi.
Nella regione individuate oltre 800 incisioni
Le incisioni non sono visibili da terra ma solo salendo sopra un masso. Gli storici le hanno datate in un periodo compreso tra i 6000 e gli 8000 anni fa, nel Neolitico, quando le condizioni ambientali erano molto più umide e il Sahara era una vasta savana che ospitava anche le giraffe. È probabile che l’arenaria sia stata incisa da una pietra più dura come la selce e che a realizzare le incisioni fossero uomini appartenenti a tribù nomadi che stanziavano nell’area solo per poco tempo.
Nella regione sahariana circostante sono state identificate altre 828 incisioni, tra cui 704 zoomorfe (forme animali), 61 antropomorfe (forme umane) e 17 iscrizioni in scrittura Tifinâgh. Gli animali identificati includono bovini, struzzi, antilopi e gazzelle, giraffe, dromedari, cani, scimmie, elefanti. Non si hanno informazioni sulle antiche popolazioni che occuparono i siti per brevi o lunghi periodi.
Sfortunatamente, le incisioni di Dabous sono state soggette a deterioramento a causa di interventi umani come calpestio, graffiti e furto di frammenti. Di conseguenza, è stata presa la decisione di preservarle realizzando dei calchi.
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Nel 2000, i petroglifi di Dabous sono stati dichiarati uno dei 100 siti più a rischio di conservazione dall’Osservatorio dei monumenti mondiali. Oggi alcuni Tuareg vivono nella zona, svolgendo il ruolo di guide permanenti e custodi del sito.
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- https://www.bradshawfoundation.com/giraffe/
- https://myvisit-uat.britishmuseum.org/country/niger/dabous/
- https://www.atlasobscura.com/places/dabous-giraffes