Il cervello di chi parla più lingue diverse da loro è più performante

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Il cervello di chi parla più lingue diverse da loro è più performante

| 20/09/2024
Fonte: Pixabay

I poliglotti mostravano una risposta cerebrale più forte quando ascoltavano lingue non familiari

  • Un recente studio del MIT ha analizzato l’attività cerebrale di 34 poliglotti, persone in grado di parlare cinque o più lingue, utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI)
  • I partecipanti hanno ascoltato testi in otto lingue diverse, mostrando una maggiore attivazione nella “rete linguistica” del cervello quando ascoltavano lingue in cui erano più competenti, senza una differenza significativa rispetto alla lingua madre
  • I poliglotti hanno mostrato una risposta cerebrale più forte quando ascoltavano lingue sconosciute ma correlate a quelle già conosciute
  • Ciò suggerisce che il cervello utilizza connessioni tra lingue simili per facilitare l’elaborazione
  • La ricerca indica che la lingua madre, appresa fin dalla nascita, richiede meno sforzo cognitivo rispetto ad altre lingue, che attivano maggiormente le aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione linguistica

 

Uno studio recente condotto dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha fornito nuove intuizioni su come il cervello gestisca la complessità linguistica nei poliglotti, ovvero coloro che parlano cinque o più lingue. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), i ricercatori hanno analizzato l’attività cerebrale di 34 individui con una padronanza linguistica avanzata. I partecipanti includevano persone in grado di parlare fino a dieci lingue e addirittura una persona con conoscenze di base in ben 54 idiomi.

Durante lo studio, i partecipanti hanno ascoltato testi in otto lingue diverse, tra cui la loro lingua madre, una lingua in cui erano molto esperti, una in cui avevano una competenza moderata, una di cui possedevano solo conoscenze basilari, e altre lingue totalmente sconosciute. I risultati hanno rivelato che la “rete linguistica” del cervello, che coinvolge aree cruciali come i lobi frontali e temporali, si attivava maggiormente quando i poliglotti ascoltavano lingue in cui erano più competenti. Tuttavia l’attivazione cerebrale per la lingua madre non era significativamente più alta rispetto a quella di altre lingue ben conosciute.

I poliglotti mostravano una risposta cerebrale più forte quando ascoltavano lingue non familiari

Secondo Evelina Fedorenko, autrice principale dello studio, questo potrebbe essere dovuto al fatto che la lingua madre, appresa fin dalla nascita, richiede meno sforzo cognitivo. Un altro aspetto interessante emerso dallo studio è che i poliglotti mostravano una risposta cerebrale più forte quando ascoltavano lingue non familiari, ma linguisticamente correlate a quelle che conoscevano bene. Questo suggerisce che il cervello sfrutta le connessioni tra lingue simili per facilitare l’elaborazione linguistica.

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Lo studio, pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex, evidenzia nuove prospettive sul modo in cui il cervello elabora e integra informazioni linguistiche nei poliglotti. Nonostante i risultati siano promettenti, la ricerca presenta alcune limitazioni, come la dipendenza dall’autovalutazione delle competenze linguistiche dei partecipanti e la mancanza di una valutazione oggettiva della comprensione dei testi ascoltati. I ricercatori intendono approfondire questi aspetti in futuri studi, esplorando anche come l’apprendimento delle lingue in giovane età o la perdita della padronanza della lingua madre influenzi il funzionamento cerebrale nei poliglotti.

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