Noi Puffi siam così: ecco come li descrivono le teorie più bizzarre
- Il cartone dei Puffi è tratto da un fumetto ideato alla fine degli anni ’50
- Queste simpatiche creaturine e le loro avventure hanno incantato intere generazioni
- Eppure, c’è chi sostiene che gli omini blu siano meno innocenti di quello che appaiono
- Sono numerose, infatti, le teorie complottiste che riguardano questo cartone
- Andiamo alla scoperta delle chiavi di lettura più inquietanti
Alzi la mano chi, da bambino, non se ne stava impalato davanti al televisore per gustarsi le avventure di quelle adorabili creaturine blu e del perfido Gargamella. Facciamo ammenda sin da ora: queste rivelazioni potrebbero rovinarvi qualche ricordo d’infanzia. La ragione? Secondo numerose teorie, i Puffi sarebbero tutt’altro che creature innocenti e benevole.
A inventare il magico mondo di questi buffi omini è stato il disegnatore belga Peyo nel 1958. I Puffi, però, sono diventati celebri solo a partire dagli anni ’90, quando da fumetto si sono trasformati nel cartone magistralmente noto anche grazie alla sua sigla, cantata da Cristina D’Avena. Secondo la prima leggenda metropolitana, i Puffi non sarebbero altro che il prodotto della fantasia del povero Gargamella, in coma a seguito di un terribile incidente. La teoria sostiene che il sorprendente colpo di scena verrebbe svelato in occasione dell’ultima puntata del cartone. Peccato che, in realtà, non esiste alcun episodio finale che comprovi questa leggenda metropolitana.
Dalla Massoneria ai peccati capitali
Le teorie bizzarre e inquietanti sui Puffi, però, sono molte di più. C’è chi sostiene addirittura che il villaggio di questi omini blu sia un richiamo alla Massoneria. La ragione dietro questa interpretazione riguarderebbe il colore blu delle creaturine, proprio come quello che simboleggia la società segreta.
Stando a questa interpretazione, Grande Puffo sarebbe il maestro della loggia e Gargamella un povero profano non appartenente all’organizzazione ma intenzionato a carpirne tutti i segreti. Non solo massoni, c’è chi ha definito i Puffi comunisti. Secondo questa teoria, gli omini vivrebbero felici e contenti, condividendo le proprie risorse, e rispettando le direttive di una creaturina casualmente abbigliata di rosso. In questo caso, ça va sans dire, il saggio Grande Puffo sarebbe la rappresentazione di Karl Marx.
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Infine, c’è un ultima chiave di lettura secondo cui i Puffi rappresentano i peccati capitali: Re Puffo simboleggerebbe l’avarizia, Puffo Dormiglione l’accidia, Puffo Filosofo la superbia, Puffo Golosone l’ingordigia, Puffo Brontolone l’ira e, infine, Puffetta rappresenterebbe la lussuria. E, considerato che il rosso è spesso associato al colore del demonio, indovinate un po’ a quale terribile creatura è stato paragonato Grande Puffo?
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