Biblioteca umana: qui puoi prendere in prestito le persone

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Biblioteca umana: qui puoi prendere in prestito le persone

| 14/08/2024
Fonte: Pexels

Human Library: raccontare storie per scardinare i pregiudizi

  • Il danese Ronni Abergel ha fondato la prima biblioteca umana nel 2000
  • Da allora, le human libraries si sono diffuse in più di 80 Paesi, Italia compresa
  • Durante questi eventi, le persone hanno la possibilità di prendere in prestito “libri umani”
  • Si tratta di sconosciuti, che appartengono a gruppi sociali oggetto di discriminazioni
  • L’obiettivo delle biblioteche umane è quello di scardinare i pregiudizi

 

Chi non conosce le strutture pubbliche in cui, grazie alla sottoscrizione di una tessera, è possibile prendere in prestito tutti i libri che si desidera? In Danimarca, però, è nata una biblioteca decisamente peculiare, chiamata Human Library. Volumi, scaffali e luoghi fisici sono sostituiti da grandi spazi aperti, come parchi e piazze, in cui i “lettori” – o meglio, gli uditori – hanno la possibilità di scegliere da un catalogo una persone di cui ascoltare la storia.

Ogni “libro umano” appartiene a un gruppo sociale oggetto di discriminazioni a causa di particolari esperienze della propria vita o caratteristiche di sé, come la nazionalità, l’identità di genere e l’aspetto fisico. Le persone desiderose di raccontare la propria storia sono identificate da un breve titolo descrittivo, come “ex alcolista”, “vittima di violenza”, “transgender”. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di favorire il dialogo e il confronto. Per questo, sono gli stessi organizzatori dell’evento a invitare gli uditori a porre domande scomode e imbarazzanti, con l’obiettivo di scardinare preconcetti, stereotipi e tabù.

Un’occasione per conoscere meglio se stessi attraverso il dialogo con gli altri

Dal 2000, anno di fondazione della prima Human Library, negli ultimi 24 anni le biblioteche umane si sono diffuse in più di 80 Paesi, tra cui Singapore, Australia, Norvegia, Portogallo e Italia. L’ideatore dell’iniziativa, Ronni Abergel, ha sottolineato che generalmente le persone non hanno tempo di intrattenersi con sconosciuti per cercare di conoscerli davvero, e tendono così a infilarli “in certe caselle, basando molti dei propri giudizi e pregiudizi sull’istinto anziché sulla conoscenza“.

La biblioteca umana permette di entrare in contatto con tipi di persone con cui normalmente non si ha nulla a che fare, rappresentando un’occasione in cui “si impara moltissimo non solo sulle altre persone, ma anche su di sé“. Secondo uno studio che ha analizzato una serie di eventi organizzati dalla Human Library, la maggior parte dei partecipanti si è dichiarata soddisfatta dall’esperienza.

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Per questo, il prossimo progetto da realizzare prevede il lancio di un’app a cui le persone possano registrarsi e richiedere la lettura di un “libro vivente” online. E voi, partecipereste a un’iniziativa di questo genere?

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