La Nasa si prepara a far schiantare la stazione spaziale nell’oceano

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La Nasa si prepara a far schiantare la stazione spaziale nell’oceano

| 15/07/2024
Fonte: Facebook

La ISS cesserà di essere operativa nel 2030 e gli scienziati progettano il suo rientro in sicurezza sulla Terra

  • Il primo equipaggio di astronauti è entrato nella stazione spaziale internazionale nel 2000
  • Gran parte della struttura può essere riparata o sostituita in orbita, mentre altre componenti devono essere riportate a terra e poi spedite nuovamente nello spazio
  • La struttura della ISS è soggetta ad usura con l’attracco e lo sgancio dei veicoli spaziali
  • La base spaziale è progettata per essere operativa fino al 2030
  • La Nasa ha incaricato Space X di elaborare il progetto per la sua deorbitazione e il rientro in sicurezza sulla Terra

 

La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è operativa dal novembre 2000, da quando è salito a bordo il primo equipaggio di astronauti. La sua costruzione in orbita era cominciata nel 1998 e, da allora, nel corso degli anni è stata ampliata, modificata, riassemblata. È stata la casa di centinaia di astronauti provenienti da 19 nazioni e al suo interno sono stati condotti centinaia di esperimenti che hanno portato a nuove conoscenze scientifiche.

La manutenzione della ISS

La stazione spaziale non è destinata a durare per sempre e la Nasa sta elaborando il piano di rientro per quando il laboratorio cesserà di funzionare. L’agenzia spaziale americana ha annunciato di aver incaricato SpaceX per sviluppare e costruire il Deorbit Vehicle che verrà utilizzato per il rientro in sicurezza della ISS sulla Terra nel 2030.

«Gran parte della stazione spaziale può essere riparata o sostituita in orbita, mentre altre componenti devono tornare sulla terra per la riparazione, per poi essere rilanciate nello spazio. Queste parti includono i pannelli solari, le apparecchiature di comunicazione, le apparecchiature di supporto vitale e l’hardware scientifico», ha spiegato la NASA. «Tuttavia, la struttura primaria della stazione, come i moduli con equipaggio e le strutture reticolari, non può essere riparata o sostituita».

Le parti usurate e non sostituibili

Quando i veicoli spaziali attraccano sulla ISS o si sganciano provocano delle sollecitazioni all’intera struttura che ne comportano l’usura. «Queste forze sono state prese in considerazione nella stima originale della vita strutturale di 30 anni, anche se l’esperienza di volo della NASA indica che le forze effettive impartite alla stazione sono state inferiori a quelle originariamente previste».  Sebbene SpaceX realizzi il progetto, con un valore potenziale di 843 milioni di dollari, la NASA gestirà e assumerà la proprietà del veicolo di deorbitazione e della missione per riportare a terra la vecchia Stazione Spaziale, facendola schiantare in un’area programmata dell’oceano, lontano da zone abitate.

Lo smantellamento della ISS e il rientro sulla Terra

Il piano di smantellamento prevede l’esecuzione di un’operazione di deorbita responsabile, controllata e mirata in una remota area oceanica. Durante la discesa attraverso l’atmosfera terrestre, la stazione spaziale potrebbe bruciare, disgregarsi e vaporizzare in frammenti di varie dimensioni. Alcuni frammenti probabilmente sopravvivranno alle sollecitazioni termiche del rientro, ma si prevede che l’impatto ambientale di questi frammenti che cadranno nell’area prevista saranno limitati.
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La deorbitazione sicura della stazione è una responsabilità condivisa delle cinque agenzie spaziali – NASA, CSA (Agenzia spaziale canadese), ESA (Agenzia spaziale europea), JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency) e State Space Corporation Roscosmos – che l’hanno gestita dal 1998.

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