Sbugiardare i mentitori: un nuovo approccio rivoluzionario
- Distrazione e verità: impegnare i bugiardi in compiti secondari può indebolire la loro capacità di mantenere una bugia
- Importanza del compito: il compito secondario deve essere significativo per l’intervistato per avere effetto
- Esperimento strutturato: 164 volontari hanno partecipato a un esperimento che ha dimostrato l’efficacia del metodo
- Differenze evidenti: bugie e verità differiscono in termini di plausibilità, immediatezza e chiarezza quando l’attenzione è divisa
- Applicazioni future: questa tecnica può migliorare le pratiche di interrogatorio e controllo della verità in vari contesti
Un recente studio condotto da un team di ricerca dell’Università di Portsmouth, nel Regno Unito, ha svelato un metodo sorprendentemente efficace per smascherare chi mente. Secondo i ricercatori, distrarre chi mente con un compito secondario può rivelarsi una strategia vincente per far emergere la verità. Questa scoperta ha implicazioni significative per la comprensione e la gestione delle bugie, in particolare per coloro che soffrono di mitomania, una patologia che spinge l’individuo a mentire in modo patologico e continuato.
La mitomania è una condizione psicologica in cui una persona si sente costretta a mentire in modo compulsivo. Questo comportamento può causare problemi significativi nelle relazioni interpersonali e può rendere difficile per gli altri fidarsi della persona affetta da questa condizione. Comprendere le dinamiche della mitomania e trovare modi efficaci per rilevare le bugie può quindi avere un impatto positivo sia per gli individui che per la società nel suo complesso.
Il potere del compito secondario nella rivelazione delle bugie
Il team dell’Università di Portsmouth ha scoperto che lo sforzo cognitivo richiesto per sostenere una bugia può essere facilmente compromesso se l’individuo è impegnato in un altro compito importante. Questo approccio si basa sul principio che la mente umana ha una capacità limitata di gestire compiti complessi contemporaneamente. Quando un bugiardo è costretto a dedicare risorse cognitive a un compito secondario significativo, la sua capacità di mantenere una menzogna plausibile diminuisce drasticamente.
La ricerca si è concentrata sull’analisi delle risorse cognitive necessarie per mentire. Mentire richiede infatti una notevole quantità di attenzione e memoria per mantenere coerenza nei dettagli falsi e per evitare contraddizioni. Aggiungendo un compito secondario, l’attenzione del bugiardo viene divisa, rendendo più difficile per lui mantenere la facciata.
“La nostra ricerca ha dimostrato che verità e bugie possono sembrare ugualmente plausibili finché ai bugiardi viene data l’opportunità di concentrarsi solo sulla loro menzogna”, ha dichiarato lo psicologo Aldert Vrij, co-autore dello studio. “Quando questa opportunità viene ridotta da un compito secondario, le verità tendono a emergere come più plausibili rispetto alle bugie”.
Questo approccio non solo rende più difficile per i bugiardi mantenere la loro storia, ma permette anche agli intervistatori di rilevare discrepanze e incoerenze più facilmente. La tecnica può essere particolarmente utile in contesti in cui è fondamentale ottenere informazioni veritiere, come nelle indagini criminali, negli interrogatori di sicurezza e persino nelle valutazioni aziendali.
Come smascherare un bugiardo: l’esperimento di Portsmouth
Per testare la loro teoria, i ricercatori hanno condotto un esperimento dettagliato coinvolgendo 164 volontari, divisi inizialmente in due gruppi. Ai partecipanti è stato chiesto di esprimere le loro opinioni su argomenti di rilevanza sociale, e successivamente di dire la verità o mentire su queste opinioni. Durante l’esperimento, i gruppi sono stati ulteriormente suddivisi: un terzo gruppo è stato incaricato di svolgere un compito secondario cruciale per superare l’intervista.
Il compito secondario consisteva nel trascrivere un numero di targa di un’auto a sette cifre precedentemente mostrato al partecipante. Al termine di ogni intervista, l’intervistatore valutava diverse aree del discorso del partecipante, inclusa la plausibilità delle dichiarazioni. Questo compito era progettato per essere abbastanza impegnativo da richiedere una significativa quantità di attenzione e memoria, garantendo così che i partecipanti fossero veramente distratti dalla loro menzogna.
“I risultati hanno evidenziato differenze diagnostiche evidenti tra chi diceva la verità e chi mentiva, in termini di plausibilità, immediatezza e chiarezza”, hanno scritto i ricercatori nel loro rapporto. I bugiardi, impegnati nel compito secondario, mostravano difficoltà nel mantenere dettagli inventati, con un calo nella coerenza e nella chiarezza delle loro affermazioni.
La plausibilità delle affermazioni era una delle aree chiave valutate dagli intervistatori. Quando le persone mentono, tendono a creare storie che possono sembrare plausibili a un primo ascolto, ma che spesso contengono piccoli errori e incongruenze che emergono con un’analisi più attenta. Distrarre i bugiardi con un compito secondario rende ancora più difficile per loro mantenere una storia coerente e credibile.
Un altro aspetto importante valutato era l’immediatezza delle risposte. Le persone che dicono la verità tendono a rispondere più rapidamente e in modo più diretto, mentre i bugiardi spesso richiedono più tempo per formulare le loro risposte, poiché devono pensare a come mantenere la loro menzogna coerente. L’introduzione di un compito secondario ha aumentato questo effetto, rendendo le risposte dei bugiardi ancora più lente e meno immediate.
Infine, la chiarezza delle dichiarazioni era un altro indicatore chiave. Le affermazioni veritiere tendono a essere più chiare e dettagliate, mentre le bugie sono spesso vaghe e imprecise. Distrarre i bugiardi con un compito secondario rende più difficile per loro fornire dettagli chiari e coerenti, aumentando la probabilità che le loro bugie vengano smascherate.
Le conclusioni dello studio suggeriscono che l’introduzione di compiti secondari durante un’intervista può facilitare la rilevazione delle bugie. Tuttavia, questi compiti devono essere scelti con attenzione per assicurarsi che abbiano la giusta importanza per l’intervistato. Questo approccio potrebbe rivoluzionare non solo le tecniche di interrogatorio in ambito forense, ma anche le pratiche di controllo della verità in contesti aziendali e personali.
“Il nostro studio offre una nuova prospettiva sulla rilevazione delle menzogne”, ha concluso Vrij. “L’introduzione strategica di compiti secondari può rappresentare uno strumento efficace per smascherare i bugiardi e ottenere verità più chiare e attendibili”.
In un contesto forense, questa tecnica può essere utilizzata per migliorare l’efficacia degli interrogatori, rendendo più difficile per i sospettati mentire sotto pressione. Gli investigatori potrebbero introdurre compiti secondari durante le interviste per aumentare la probabilità di ottenere informazioni veritiere. Allo stesso modo, in un contesto aziendale, i manager potrebbero utilizzare questa strategia durante le valutazioni del personale o durante colloqui importanti per garantire che le informazioni fornite siano accurate e affidabili.
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- https://www.sciencealert.com/how-to-expose-a-liar-according-to-science-get-them-distracted
- https://scitechdaily.com/exposing-liars-by-distraction-science-reveals-a-new-method-of-lie-detection/
- https://phys.org/news/2022-05-reveals-expose-liars-distraction.html