Vulcano, il pianeta di Spock, non esiste: era frutto di un’illusione astronomica

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Vulcano, il pianeta di Spock, non esiste: era frutto di un’illusione astronomica

| 11/07/2024
Fonte: YouTube

La scoperta che tanti non volevano arrivasse

  • Il pianeta Vulcano, associato al personaggio Spock di Star Trek, non esiste
  • Segnali dalla stella 40 Eridani A, che avevano suggerito la presenza di un pianeta simile, sono stati smentiti
  • Nuove misurazioni con lo strumento Neid presso l’Osservatorio di Kitt Peak hanno confermato che il pianeta HD 26965 b (40 Eridani A b) non esiste
  • Nel 2018, il pianeta era stato individuato con la tecnica della velocità radiale, che misura variazioni nella luce di una stella dovute a oscillazioni gravitazionali, ma questa tecnica è meno efficace per pianeti piccoli
  • Il segnale rilevato era causato da uno sfarfallio generato dalla superficie della stella, dovuto a moti di convezione e macchie stellari, e non da un pianeta

 

Brutte notizie per gli appassionati di Star Trek: il pianeta Vulcano, casa del famoso personaggio Spock, non esiste. I segnali provenienti dalla stella 40 Eridani A, che nel 2018 avevano fatto sperare nella scoperta di un pianeta simile a Vulcano, si sono rivelati un’illusione astronomica. La conferma arriva da nuove misurazioni effettuate con lo strumento Neid, sviluppato da Nasa e National Science Foundation, presso l’Osservatorio di Kitt Peak in Arizona. I risultati dello studio, pubblicati su The Astronomical Journal dal gruppo di ricerca guidato dall’astronoma Abigail Burrows del Dartmouth College del New Hampshire, smentiscono l’esistenza del pianeta HD 26965 b (anche noto come 40 Eridani A b).

Nel 2018 il pianeta era stato individuato utilizzando il metodo della velocità radiale, una tecnica che misura le variazioni nella luce di una stella dovute alle oscillazioni causate dall’influenza gravitazionale di un pianeta in orbita. Sebbene questa tecnica sia molto utile per identificare pianeti di grandi dimensioni, si è dimostrata meno efficace per i pianeti più piccoli, come l’ipotetico HD 26965 b. Gli stessi scopritori iniziali avevano espresso cautela riguardo alla loro scoperta, suggerendo che i segnali rilevati erano compatibili con la presenza di un pianeta più grande della Terra ma più piccolo di Nettuno, con un’orbita di 42 giorni.

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Era in realtà uno sfarfallio generato dalla superficie della stella

Tuttavia avevano anche avvertito che non c’erano dati sufficienti per escludere che i segnali fossero causati da variazioni sulla superficie della stella stessa. La conferma dei sospetti arriva ora dallo strumento Neid, che ha analizzato il presunto segnale del pianeta a diverse lunghezze d’onda. Le nuove misurazioni hanno rivelato che il segnale era in realtà uno sfarfallio generato dalla superficie della stella, causato da moti di convezione sotto la superficie combinati con la presenza di regioni attive o macchie stellari. Questo fenomeno di sfarfallio stellare ha portato a un’errata interpretazione dei dati iniziali, facendo sembrare che ci fosse un pianeta quando in realtà non c’era.

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