Più siamo vicini alla fine del percorso, più diventiamo frustrati: ecco perché
- Uno studio ha svelato che la nostra capacità di tollerare la frustrazione dell’attesa diminuisce quando siamo vicini alla sua conclusione
- Per dimostrarlo, le autrici della ricerca hanno confrontato e incrociato tra loro i dati di tre studi longitudinali
- Si tratta di sondaggi che hanno coinvolto la popolazione statunitense in momenti cruciali, come i risultati delle elezioni del 2020 e l’annuncio dello sviluppo del vaccino contro il Covid-19
- L’aumento dell’impazienza deriverebbe dalla voglia di depennare l’esperienza dalla lista delle incombenze a cui dedicarci
- Ecco perché questa scoperta rientra nel più ampio quadro della teoria dell’effetto gradiente
Due ricercatrici della University of Texas e della University of Chicago hanno condotto un interessante studio sull’impazienza, mettendo in luce che tendiamo a tollerare meno la frustrazione dell’attesa proprio quando la sua fine si avvicina. Le studiose si sono servite di tre ricerche longitudinali, basate su dei sondaggi che hanno convolto diversi campioni della popolazione statunitense.
Il primo studio fu effettuato tre giorni prima di conoscere i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. Il secondo fu somministrato durante la pandemia, nell’intervallo di tempo tra l’annuncio del successo della sperimentazione del primo vaccino per il Covid-19 e la comunicazione della disponibilità del farmaco per la popolazione. Infine, la terza ricerca misurò il livello di impazienza dei pendolari durante l’attesa dell’autobus alla fermata.
La teoria dell’effetto gradiente
I risultati delle tre ricerche hanno restituito una panoramica analoga del fenomeno: si è più impazienti quando la situazione è vicina alla sua risoluzione. Quindi, la fine dell’attesa, e non la sua durata complessiva, sembra essere la fase più difficile da tollerare. Questo, secondo le autrici dello studio, spiega perché la frustrazione legata alla conclusione della pandemia è rimasta costante fino alla notizia del vaccino.
Il rilascio del farmaco, infatti, ha permesso alle persone di intravedere la concreta possibilità che l’attesa terminasse. Vi state chiedendo quali siano le ragioni alla base di questo fenomeno? Il fattore principale responsabile dell’aumento dell’impazienza sarebbe il desiderio di depennare l’esperienza che stiamo vivendo dalla lista delle cose da fare, così da passare ad altro.
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Più in generale, questa tendenza rientra nella teoria dell’effetto gradiente della meta. Secondo questa ipotesi, tendiamo a operare in maniera più veloce e a investire più energie e risorse nel raggiungimento dei nostri obiettivi proprio quando siamo a un passo dalla meta, perché possiamo vedere la ricompensa che ci attende oltre la linea del traguardo.
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- https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/19485506231209002
- https://www.researchgate.net/publication/376543952_Impatience_Over_Time
- https://phys.org/news/2023-12-impatience-evolve.html