Due scienziati hanno ricostruito il cervello di uno zombie per studiarne le caratteristiche
- Con il termine “zombie” s’intende un morto vivente alla perenne ricerca di carne umana
- Tale raffigurazione è entrata a far parte dell’odierna cultura popolare soprattutto grazie al mondo cinematografico
- Sono numerosi i film che vedono protagoniste queste inquietanti creature
- Gli studiosi Bradley Voytek e Tim Verstynen hanno analizzato i criteri neurologici che caratterizzano il loro comportamento violento
- Secondo la ricerca, gli zombie soffrirebbero di un “disturbo da deficit di coscienza ed iperattività”
Nella cultura popolare, soprattutto in quella cinematografica, gli zombie vengono rappresentati come dei morti viventi il cui scopo è quello di attaccare gli umani, morderli e trasformarli in loro simili. Cos’è però che induce queste mostruose creature ad attuare comportamenti così aggressivi?
I neuroscienziati Bradley Voytek e Tim Verstynen hanno passato molto tempo a esaminare cosa succede nel cervello di uno zombie. Per comprendere i processi e la fisiologia di ciò che accade nella testa di un cadavere ambulante è stato però prima necessario comprenderne gli aspetti neurologici.
Dai risultati ottenuti si è finalmente arrivati alla spiegazione di alcuni dei comportamenti più conosciuti e comuni degli zombie.
Basti pensare, ad esempio, all’insaziabile fame di carne umana che questi esemplari provano costantemente. Tale azione sabebbe dovuta a una perdita di funzione nell’ipotalamo, vale a dire l’area del cervello prevalentemente coinvolta nel rilascio di ormoni e nella regolazione delle principali esigenze corporee come la sete, la fame, la fatica, il sonno e la temperatura.
Un’altra delle particolarità che salta subito all’occhio quando ci troviamo “di fronte” ad uno zombie è la sua strana camminata. Da dove deriva esattamente questo insolito andamento? Stando a Verstynen e Voytek, i morti viventi pongono i piedi in terra come se soffrissero di atassia spinocerebellare, un disturbo causato da un danno al cervelletto che porta problematiche come mancanza di equilibrio e difficoltà verbale.
Il fenomeno della “resurrezione”
Inoltre queste creature non sono dotate di una spiccata vista. Quando vanno a caccia di prede, infatti, riescono a malapena a concentrare l’attenzione solo su ciò che è nel loro campo visivo diretto. Sempre secondo gli esperti, tali sintomi sono riconducibili alla famosa sindrome di Bálint, la quale riduce drasticamente l’attenzione spaziale e la consapevolezza percettiva di chi ne soffre.
Tuttavia non tutti i cadaveri gementi si muoverebbero lentamente, ma ci sarebbero delle “eccezioni” particolarmente veloci e scattanti. Ciò deriverebbe ad una minore compromissione del loro sistema nervoso.
Durante l’ipotetica “trasformazione” in zombie di un soggetto, tale passaggio precluderebbe l’attimo della morte, per poi resuscitare sotto forma di creatura malvagia. L’ipotesi della “resurrezione” che colpirebbe questi cadaveri, infatti, afferma che quando il cervello subisce una certa scarsità di ossigeno, più ne sarà privato, più danni subirà.
Saresti capace di mangiare un tuo familiare? Gli zombie si!
Nei film vediamo spesso che gli zombie non sono in grado di riconoscere le persone del loro passato. Anche tu, qualora dovessi diventarlo, probabilmente finiresti con il mangiare tutta la tua famiglia senza pensarci due volte. La delucidazione più plausibile dietro a questo disumano comportamento è che queste creature sono contraddistinte da prosopagnosia (cecità facciale) e amnesia retrograda a causa di un malfunzionamento nell’ippocampo.
Nel prosieguo della loro spiegazione neuro-scientifica, i due studiosi hanno analizzato anche il linguaggio che caratterizza i morti viventi, composto principalmente da gemiti e grugniti. Quest’ultimo deriverebbe da un forte danneggiamento del loro fascicolo arcuato, la regione del cervello responsabile dell’area verbale e della zona di di Broca, strettamente connessa alla produzione della parola.
Per approfondire i loro studi, Verstynen e Voytek hanno ricostruito un realistico modello del cervello di uno zombie, fornendo così una prima ufficiale diagnosi della loro “malattia”. Queste creature soffrirebbero infatti di un “Disturbo da deficit di coscienza ed iperattività” (CDHD).
Il ruolo degli organismi parassitari nella diffusione del virus
Dopo aver finalmente ottenuto una disamina di ciò che affliggerebbe gli zombie, come si diffonderebbe tale infezione ? Secondo gli esperti, un “tramite” molto quotato potrebbero essere i parassiti.
Com’è risaputo, la mosca Apocephalus Borealis infetta le api mellifere deponendo uova e impossessandosi del loro corpo. Una volta “contagiate”, questi insetti mostrano comportamenti simili a quelli degli zombie cinematografici fino a quando non muoiono.
Gli agenti virali e batterici sono buoni candidati per la diffusione della “malattia” teorizzata dagli autori della ricerca. Tuttavia, esiste anche un altro modo mediante il quale quest’ultima può essere veicolata: i funghi. Secondo alcuni recenti studi, queste verdure possono infettare gli esseri umani creando reti per raccogliere e trasportare sostanze chimiche. Tale meccanismo potrebbe intaccare i nervi ed i vasi sanguigni del futuro cadavere.
Attraverso l’ingestione o l’inalazione anche di una piccola quantità di fungo, gli agenti che questo ortaggio contaminato rilascia al momento del morso o dell’annusata possono raggiungere i canali sanguigni dell’individuo per poi prosperare al loro interno. Una volta che il soggetto è definitivamente morto, i funghi prenderanno il controllo dei circuiti e delle regioni del cervello per controllarne le funzioni di base e trasmettere segnali al resto del corpo, impadronendosene.
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Al momento Verstynen e Voytek stanno approfondendo il loro studio con ricerche sempre più mirate. Nel frattempo, i due scienziati stanno terminando il loro ultimo libro sulla neurologia degli zombie. Il testo verrà pubblicato il prossimo anno a cura della Princeton University Press.
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- https://www.thenationalstudent.com/Technology/2017-10-31/the_real_life_neuroscience_of_zombies.html
- https://www.mentalfloss.com/article/53422/real-life-neuroscience-behind-zombies
- https://www.scientificamerican.com/article/a-true-and-complete-account-of-the-neuroscience-of-zombies/