Licenziata perché troppo brava: “Ero una minaccia per il capo”

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Licenziata perché troppo brava: “Ero una minaccia per il capo”

| 14/05/2024
Fonte: Pexels

La ragazza aveva già fatto un compito che il capo voleva assegnarle

  • Mariela è stata licenziata dal suo lavoro perché il suo capo si è sentito minacciato dalla sua efficienza e autonomia
  • La ragazza anticipava le necessità del suo superiore e eseguiva il lavoro senza bisogno di essere costantemente guidata
  • Il licenziamento ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di potere e controllo nel mondo del lavoro
  • Il gesto del capo evidenzia una cultura aziendale che privilegia il controllo anziché l’autonomia e il talento individuale
  • Mariela ha ricevuto sostegno dagli utenti dei social media, dimostrando che situazioni simili trovano comprensione e solidarietà online

 

L’esperienza vissuta da Mariela, raccontata attraverso un video sui social, mette in luce un aspetto poco discusso del mondo del lavoro: il rischio di essere penalizzati per essere troppo efficienti. In un contesto in cui la competizione e l’invidia possono giocare un ruolo significativo, ciò che dovrebbe essere un vantaggio diventa una minaccia per alcuni manager. Il licenziamento di Mariela è infatti stato motivato dal fatto che il suo capo si è sentito messo in ombra dalla sua efficienza e autonomia nell’eseguire le mansioni.

Mariela, anticipando le necessità del suo superiore e svolgendo il lavoro senza bisogno di essere costantemente guidata, ha suscitato l’insicurezza del manager, che ha reagito licenziandola. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di potere e controllo nel mondo del lavoro. Il fatto che un dipendente venga punito per la sua efficienza può essere indicativo di una cultura aziendale che privilegia il controllo e la dipendenza anziché l’autonomia e il talento individuale. Tuttavia l’appoggio e l’incoraggiamento ricevuti da Mariela da parte degli utenti dimostrano che c’è un sostegno per coloro i quali si trovano in situazioni simili.

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Il racconto di cos’è successo

Ma vediamo meglio cos’è successo. Tutto è cominciato quando il suo capo ha scoperto che Mariela si era già occupata di un lavoro che lui avrebbe voluto assegnarle da fare insieme al direttore delle vendite. La ragazza ha spiegato: “Mi ero collegata al sito web che usano per tenere traccia degli eventi e avevo inserito il progetto nel nostro software di gestione dei progetti”. Il capo si è risentito di questa sua decisione ed è arrivata a licenziarla: “Ha deciso che ero diventata una minaccia perché non digeriva il fatto che facessi il mio lavoro senza che me lo ordinasse lui stesso. Si trattava di compiti inerenti al marketing, ai social media e tutte queste cose. Non avevo bisogno che lui mi dicesse cosa fare e così si è arrivati a un punto in cui lui si è reso conto di non essere più utile”.

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