Qual è stato l’anno peggiore della storia in cui l’uomo ha vissuto e perché

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Qual è stato l’anno peggiore della storia in cui l’uomo ha vissuto e perché

| 23/04/2024
Fonte: Pixabay

Tra tutti i periodi difficili del passato, il 536 d.C secondo gli storici è stato il peggiore per la sopravvivenza umana

  • In mezzo a tanti eventi catastrofici della storia c’è stato un anno peggiore degli altri in cui la vita degli uomini è stata messa eccezionalmente a dura prova
  • Nel 536 d.C. ci fu una grande eruzione vulcanica che sconvolse il clima in Europa, Medio Oriente e Asia
  • Secondo alcune fonti l’eruzione si sarebbe verificata in Indonesia, secondo altre in Islanda
  • L’enorme pulviscolo emesso dal vulcano rimase nell’atmosfera per circa 18 mesi, causando un abbassamento delle temperature
  • Il freddo anomalo compromise le coltivazioni, causando carestie, fame e pestilenze

 

Nel corso della storia ci sono stati periodi più o meno difficili che gli uomini hanno affrontato e in cui si sono dovuti ingegnare per garantirsi la sopravvivenza: guerre sanguinose, carestie, calamità naturali e pestilenze hanno spesso decimato le popolazioni. In mezzo a tanti eventi negativi, gli storici sono concordi nel ritenere che un anno in particolare sia risultato più difficile di tutti gli altri, avendo messo eccezionalmente a dura prova la vita degli uomini.

Un grande evento catastrofico

Nell’anno 536 d.C. si verificarono eventi catastrofici che ebbero un impatto devastante su scala globale. Le cronache di quell’ “annus horribilis” arrivano quasi interamente da autori di Costantinopoli che riferirono di una grande eruzione vulcanica. Secondo alcuni si sarebbe verificata in Indonesia, secondo altri in Islanda. L’eruzione rilasciò nell’atmosfera una grande quantità di cenere e gas, oscurando i cieli d’Europa, Medio Oriente e parte dell’Asia per 18 mesi. Questo causò un forte abbassamento delle temperature a livello globale. Le colture risentirono del cambiamento climatico e il freddo danneggiò i raccolti, con la conseguenza che si verificarono diffuse carestie e fame.

Le condizioni climatiche estreme resero le persone più vulnerabili alle malattie infettive, che si diffusero più facilmente in una popolazione già indebolita dalla fame e dalla mancanza di risorse.

Gli studi scientifici hanno trovato riscontri ai dati riportati dalle fonti storiche. Una parte di questi studi deriva dall’analisi di campioni di ghiaccio prelevati in Groenlandia e Antartide che evidenzia depositi anomali di solfati, databili tra il 532 e il 536 d.C., che dimostrano la presenza di un’ampia coltre di polveri acide, tipica dei fenomeni vulcanici.

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Altri studi basati sulla dendrocronologia, il conteggio degli anelli di accrescimento annuale degli alberi, sulle Alpi europee e nelle montagne dell’Altaj, in Russia, hanno confermato che il periodo tra il 536 e il 660 d.C. è stato insolitamente freddo in tutta l’Europa e in Asia, tanto che gli autori l’hanno ribattezzato “piccola era glaciale della tarda antichità“.

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