Perché siamo attratti dalle persone tossiche? Risponde la scienza

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Perché siamo attratti dalle persone tossiche? Risponde la scienza

| 12/04/2024
Fonte: Pxhere

Gli effetti del love bombing sul cervello

  • Le relazioni disfunzionali si riconoscono per la loro totale assenza di stabilità
  • Dopo una fase di luna di miele, le persone tossiche tendono a denigrarci e trattarci con freddezza
  • Ci sono ragioni neurobiologiche che spiegano perché è difficile liberarsi da questo genere di rapporti
  • Anche il tipo di accudimento che abbiamo ricevuto durante l’infanzia può influenzare le relazioni intessute in età adulta
  • Acquisire consapevolezza su se stessi e sulla propria storia è indispensabile per recuperare sicurezza e indipendenza

 

Instaurare una relazione di qualsiasi tipo con una persona tossica è come andare sulle montagne russe: un momento potremmo ritrovarci a toccare il cielo con un dito, e quello subito dopo a sprofondare in un abisso di tristezza, solitudine e senso di inadeguatezza. Perché, nonostante tutto, non riusciamo a liberarci di chi, anziché arricchire la nostra vita di gioia e meraviglia, ci intrappola in un vortice di emozioni negative?

Spesso accorgersi di trovarsi in una relazione disfunzionale non è facile, e quando ce ne rendiamo conto è troppo tardi. Generalmente, infatti, le persone tossiche tendono a riservarci attenzioni e premure all’inizio della conoscenza, facendoci sentire unici e insostituibili. Cadere nella trappola dell’idealizzazione, dunque, è un rischio molto concreto, che può portarci ad abbassare le nostre difese e a fidarci ciecamente di chi abbiamo di fronte. In questo periodo di “luna di miele”, anche noto come love bombing, il nostro cervello produce enormi quantità di dopamina, un neurotrasmettitore collegato ai centri del piacere e della ricompensa.

Relazioni tossiche e dipendenza affettiva

Di solito, dopo averci sommersi di regali, complimenti e sorprese, le persone tossiche tendono a sparire e a mostrarsi più fredde e distaccate, per poi ricominciare la fase di “corteggiamento”. Sfortunatamente, a livello cerebrale questo comportamento ambivalente non fa altro che aumentare la dipendenza nei confronti della relazione.

La dopamina, infatti, agisce con maggior potenza quando le sensazioni di piacere non sono costanti, ma si presentano a intervalli di tempo. Un’ulteriore ragione che spiega perché liberarsi da un rapporto disfunzionale può essere tanto complicato riguarda il tipo di attaccamento che abbiamo instaurato con la nostra figura di riferimento nelle prime fasi della nostra vita.

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Spesso, infatti, da adulti tendiamo a ripetere schemi e modelli che abbiamo interiorizzato nella nostra relazione primaria con il caregiver. Può capitare, dunque, che persone che hanno sperimentato un accudimento inadeguato sviluppino un senso di insicurezza e di dipendenza nei confronti del proprio partner, non riuscendo a focalizzarsi sui propri bisogni e sul proprio benessere. In questo caso, è indispensabile iniziare un percorso di psicoterapia che conduca alla scoperta di sé e del proprio potenziale, oltre che della serenità e dell’appagamento che meritiamo.

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