“Il mio ragazzo Antonio mi ha costretta a portare le bibite per tutti e a pagarle io. Mi tratta come una serva e dice che è normale. Mi chiamo Giulia e col mio ragazzo siamo colleghi nel corso di laurea in Scienze della Comunicazione. L’altro giorno dovevamo riunirci in gruppo per realizzare un progetto di campagna pubblicitaria. Il professore ci ha dato un brief che sarebbero delle indicazioni. Il nostro compito è fare una campagna pubblicitaria su delle scarpe da ginnastica. Ora in questo gruppo sono l’unica donna. È capitato così. Loro sono una massa di cretini. Io penso che sia giusto che ognuno faccia la sua parte e che a turno si comprino le bibite o altro per offrirle mentre lavoriamo. Ma non mi sembra proprio giusto che debba farlo io al posto del mio ragazzo. Io vengo da una famiglia davvero patriarcale. Mio padre è quello che lavora e mia madre sta a casa. Sono cresciuta con questo modello e ho vissuto tante privazioni e vedo tante cose storte a casa mia, tipo che mio padre mai ha lavato un piatto in vita sua o ha rifatto il letto.
Io però non so… da un lato capisco i ruoli.. dall’altro mi sento che una pezza da piedi è trattata meglio di me.”
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