Il giornalista e subacqueo Giuseppe Bragò perlustrando l’area dove oltre 50 anni fa furono trovate le due statue greche ha fatto un’interessante scoperta
- Il giornalista Giuseppe Bracò durante un’immersione subacquea a Riace ha trovato sul fondale l’occhio di una statua
- Le dimensioni e il materiale fanno ipotizzare che potrebbe appartenere ad uno dei due Bronzi rinvenuti nel 1972 nel mare di Riace
- L’uomo si era immerso nella zona del ritrovamento ed è stato attratto da qualcosa che spuntava dalla sabbia e sembrava essere una pietra
- Si trattava di un manufatto in bronzo che riproduceva una pupilla completa di iride
- Il giornalista ha anche trovato dei chiodi in bronzo forse appartenuti ad una grande nave
Un interessante ritrovamento è stato fatto nel mare di Riace, il comune della Calabria che ospita di famosi Bronzi, le statue a grandezza naturale rinvenute nel 1972 nei pressi della cittadina. Si tratta di un occhio in bronzo e pasta vitrea che potrebbe appartenere ad una delle due statue conservate al museo Nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria.
Il ritrovamento
I Bronzi sono due statue di provenienza greca databili rispettivamente al 460 e 430 a.C., pervenute in eccezionale stato di conservazione. Le opere scultoree sono considerate tra i capolavori più significativi dell’arte greca. I Bronzi furono ritrovati il 16 agosto 1972 a 230 metri dalla costa di Riace Marina, a 8 metri di profondità, per opera di Stefano Mariottini, un giovane sub dilettante.
Questa volta a trovare l’occhio di una statua è stato Giuseppe Bragò, giornalista con la passione per l’archeologia subacquea. L’uomo si è immerso qualche mese fa nella zona dove oltre 50 anni fa erano state ritrovate le due statue e ha perlustrato l’area. Ad un certo punto è stato attratto da qualcosa che emergeva dalla sabbia. A prima vista sembrava una pietra ma, una volta raccolta, il giornalista si è accorto che si trattava di un manufatto in bronzo che riproduceva una pupilla completa di iride. Dalle dimensioni sembrava appartenere ad una statua a grandezza naturale.
I chiodi
Nei pressi del ritrovamento Bragò ha anche individuato altri frammenti fuoriuscire dalla sabbia. Erano le estremità di chiodi in bronzo. Il materiale è stato raccolto e, una volta portato a riva, consegnato alle autorità competenti.
Il ritrovamento è stato presentato nel corso di una conferenza stampa alla presenza del sindaco di Riace, Antonio Trifoli, dell’archeologo subacqueo Francesco Laratta e dell’archeologo Antonio Arcudi, oltre al giornalista che ha fatto la scoperta.
Il reperto ha una forma semisferica del diametro di circa 1 cm e sembrerebbe fatto in pasta vitrea. Sulla parete posteriore presenta due alette forse in bronzo utili al fissaggio nell’orbita oculare della statua. Nella parte posteriore si notano anche tracce di un possibile mastice usato come collante.
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I chiodi invece potrebbero essere appartenuti alla nave che trasportava i Bronzi. Hanno una lunghezza di 30 cm. Il ritrovamento alimenta nuove discussioni e sarà oggetto di ulteriori studi. Dalla conformazione dell’occhio si presume che sia compatibile con la statua del Bronzo detto “il Giovane” o “l’Eroe”. Tutto però è ancora in fase di analisi. Spetterà al Ministero se disporre ulteriori approfondimenti e nuovi sopralluoghi nell’area del ritrovamento.
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