Deepfake: una grave minaccia sotto tanti punti di vista
- I deepfake sono contenuti realizzati da software di intelligenza artificiale
- Essi ritraggono delle persone in carne e ossa con risultati estremamente credibili
- Per questo, costituiscono un rischio: il furto di identità, così come il ricatto e la calunnia, sono dietro l’angolo
- Il Garante della Privacy ha stilato un vademecum contenente una serie di indicazioni per smascherare i deepfake
- Scopriamo tutti i dettagli a cui prestare attenzione per riuscirci
Se vi trovaste davanti a un deepfake sareste in grado di riconoscerlo? Con questa espressione si fa riferimento a foto, video e audio creati per mezzo di software di intelligenza artificiale a partire da contenuti reali. Il risultato è estremamente credibile, al punto che questa nuova tecnologia costituisce un vero e proprio rischio. Il pericolo principale è il furto identità, ma i deepfake potrebbero essere impiegati anche per denigrare o ricattare le persone.
Negli ultimi tempi, il numero di contenuti creati dalle intelligenze artificiali è aumentato esponenzialmente. Foto, video e audio risultano sempre più verosimili e credibili, grazie all’uso di algoritmi sempre più sofisticati. È importante correre ai ripari; per questo, il Garante della Privacy ha stilato un vademecum che illustra le strategie più efficaci per smascherare i deepfake.
La guida per scoprire se un contenuto è autentico oppure no
Nella guida si legge: “Ci sono elementi che aiutano: l’immagine può appare pixellata (cioè un po’ “sgranata” o sfocata); gli occhi delle persone possono muoversi a volte in modo innaturale; la bocca può apparire deformata o troppo grande mentre la persona dice alcune cose; la luce e le ombre sul viso possono apparire anormali“.
Ci sono anche ad altri importanti dettagli che potrebbero rivelarci che il contenuto a cui ci troviamo di fronte non è autentico. Ad esempio, dovremmo soffermarci sull’attaccatura dei capelli, in corrispondenza della quale potrebbero essere presenti strane ombre o macchie, e sull’aspetto della pelle. Nei contenuti alterati, infatti, la cute appare eccessivamente levigata e totalmente priva di imperfezioni.
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Ora non ci resta che mettere in pratica ciò che abbiamo imparato. Guardate l’immagine di copertina, che ritrae due foto falsificate. Nella prima, l’occhio di Papa Francesco appare deformato in corrispondenza della palpebra. Essa, a sua volta, sembra fondersi direttamente con la lente dell’occhiale. Senza contare, poi, che la catenella del crocifisso presenta solo il lembo sinistro ma non quello destro. Adesso è il vostro turno: allenatevi a trovare i dettagli che suggeriscono che la foto di Trump a destra è un deepfake. Buon lavoro!
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Questo articolo è stato verificato con:
- https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9512278
- https://news.berkeley.edu/2019/06/18/researchers-use-facial-quirks-to-unmask-deepfakes/
- https://futurism.com/the-byte/researchers-simple-trick-unmask-deepfaker