Una carrellata delle leggi sul lavoro più strane al mondo
- Nel mondo esistono leggi sul lavoro davvero bizzarre
- In Portogallo non è possibile licenziare un dipendente
- In Germania guai a chiamare un lavoratore fuori orario di lavoro
- Attenzione ai cappelli in Nuova Zelanda, che potrebbero costarvi caro
- In Virginia guai a fare valutazioni maliziose, mentre in Michigan non si possono discriminare i dipendenti in base al peso o all’altezza
Immaginate di andare al lavoro un giorno e sentirvi dire che dovete andare a lezione di dieta per perdere peso. Questa è la realtà per alcune persone in Giappone ed esistono leggi sul lavoro altrettanto interessanti e curiose in tutto il mondo. Partiamo subito forti col Portogallo, dove non è possibile licenziare un dipendente. Se un datore di lavoro vuole che un dipendente lasci l’azienda, deve offrirgli un allettante pacchetto di dimissioni, pregarlo di andarsene e sperare che si licenzi davvero. Questo sembra essere un sogno per alcune persone. Tuttavia, allo stesso tempo non si può sapere che tipo di retribuzione si otterrà, né a quali condizioni di lavoro si sarà soggetti. Il vostro lavoro potrebbe essere protetto, dunque, ma potrebbe non piacervi.
Una legge simile è attiva in India, dove non si può essere licenziati senza il permesso del governo, con l’eccezione dei dipendenti colpevoli di cattiva condotta criminale. Questa legge risale a quando l’India era sotto il dominio britannico e non è stata aggiornata per riflettere gli standard occupazionali contemporanei. Tornando in Europa, la Germania protegge i lavoratori dallo sfruttamento. A molti è capitato di essere chiamati al lavoro dopo l’orario di lavoro, di essere invitati a lavorare gratuitamente oltre l’orario di chiusura o ancora di essere importunati nei giorni di riposo. Questo è un fatto comune in alcuni luoghi, ma è illegale per chi è assunto dal Ministero del Lavoro tedesco. Questi possono lavorare solo dalle 9 alle 17 e i datori di lavoro possono contattare i dipendenti dopo l’orario di lavoro solo in caso di emergenza.
Attenzione a cappelli, valutazioni maliziose e a discriminare per altezza e peso
Passando all’altro capo del mondo, attenzione alle abitudini in fatto di moda. In Nuova Zelanda, infatti, indossare un cappello buffo che non rispetta il codice di abbigliamento uniforme può costarvi un taglio dello stipendio del 10%. Ciò che è o non è accettato è a discrezione del datore di lavoro. Se i cappelli sono vietati, nessun tipo di cappello è ammesso. In Virginia, invece, le valutazioni delle prestazioni possono costituire diffamazione. Quasi tutti hanno avuto a che fare con una valutazione delle prestazioni sul lavoro. Di solito le valutazioni delle prestazioni vengono effettuate al termine di un periodo di prova o dopo un determinato periodo di tempo, ad esempio ogni 90 giorni.
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Sebbene una valutazione delle prestazioni possa essere snervante per un dipendente, può anche essere imprecisa. Per questo, una stesura di una valutazione intenzionalmente maliziosa può trasformarsi in una causa per diffamazione. In Michigan, infine, sono attenti alle discriminazioni. Non solo quelle basate su età, genere, razza, religione, colore della pelle, origine nazionale e stato civile. Qui i datori di lavoro non possono discriminare i dipendenti nemmeno in base al peso o all’altezza.
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- https://www.oddee.com/8-bizarre-employment-laws-that-really-exist-65055/
- https://coburgbanks.co.uk/blog/friday-funnies/strange-employment-laws/
- https://employmenthero.com/blog/weird-employment-legislations/