Gli acari del viso che vivono indisturbati sulla nostra faccia [+COMMENTI]

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Gli acari del viso che vivono indisturbati sulla nostra faccia [+COMMENTI]

| 04/10/2024
Fonte: Pexels Fonte: Wikimedia Fonte: Commenti Memorabili

Gli ospiti che non ti aspetti: le migliaia di acari del viso che popolano le nostre facce.

  • La nostra faccia sembra essere l’habitat ideale per un tipo di artropode
  • Gli acari del viso sono cugini minuscoli di ragni e granchi e popolano le nostre facce indisturbati
  • Ve ne sono di due tipi: i demodeci dei follicoli e i demodeci brevis
  • I primi vivono più in superficie, mentre i secondi si annidano nelle ghiandole sebacee
  • Nascono dalle uova, crescono e muoiono in un ciclo di vita alimentato dai nostri scarti di pelle e di sebo
  • Ce li scambiamo con gli altri continuamente, mentre questi vivono banchettando sulla nostra pelle senza crearci particolari problemi

 

La pelle, come l’intero nostro organismo, è covo di batteri e microbi innocui in grado di non farci sentire mai soli. Se i microorganismi non sono abbastanza per i vostri gusti, sappiate che la pelle del nostro viso è altresì ricoperta di migliaia di acari. Innocui, ovviamente, ma comunque parenti dei ragni, e basta già questo per farci provare un brivido lungo la schiena. All’interno e in superficie del nostro derma vivono due specie di acari del viso: i demodeci dei follicoli e di demodeci brevis, entrambi impegnati a nuotare nel sebo della nostra faccia, più o meno in profondità.

I primi sono artropodi, cugini di ragni e granchi e sono muniti di un corpo oblungo di circa 0,1-0,4 mm provvisto di minuscole zampette. Per rimanere sani e forti, gli acari del viso si nutrono dei batteri che popolano la pelle umana, ma potrebbero nutrirsi anche delle cellule morte della cute, così come dello stesso grasso secreto dalle ghiandole sebacee. Yuck.

Tra sebo e pelle morta, il nostro viso è un vero banchetto.

Mentre i demodeci dei follicoli si divertono in festicciole più in superficie, i fratelli demodeci brevis sembrano annidarsi ben più in profondità, colonizzando direttamente le ghiandole produttrici di sebo. Secondo uno studio della North Carolina State University di Raleigh del 2014, pare che solo il 14% degli individui possegga acari visibili sulla faccia (visibili al microscopio, ovviamente).

Nonostante questo, pare che più o meno chiunque abbia traccia del DNA dei minuscoli ospiti sul volto, sui genitali o sulla pelle del seno. Come esseri viventi che si nutrono delle nostre scorie varie ed eventuali, gli acari del viso dovranno pur espellere del “materiale non indispensabile alla sopravvivenza”… Ma state tranquilli: poiché privi di ano, gli acari del viso non sono progettati per lasciarci ricordini a cadenza regolare.

Un rapporto di commensalismo: gli acari del viso si nutrono senza disturbare.

Al contrario, una volta giunti al proprio canto del cigno, pare che i demodeci rilascino un cumulo di tossine, mentre l’organismo morente si essicca. Davvero affascinante. Ovviamente, prima dello stop allo scambio di effusioni tra amici e non-congiunti, ce ne passavamo di faccia in faccia a tonnellate. Oggi, con distanziamento sociale e mascherina, lasciamo che ognuno si tenga i suoi. Una scelta di certo democratica.

Acari del viso che nascono, crescono, muoiono e depongono uova mentre noi, ignari di questa brulicante faccenda, andiamo avanti con le nostre vite da bipedi.

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Dopotutto, non si tratta di parassiti. Anche se la presenza massiccia di demodeci pare sia stata accostata alla rosacea, gli acari del viso non ci fanno del male, limitandosi a banchettare con gli scarti della pelle dei quali noi, tutto sommato, non sentiremmo la mancanza.

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