Pensateci a lungo prima di tatuarvi. È questo il messaggio che una blogger di lifestyle della Virginia sta condividendo sui social. Lei, infatti, a 36 anni, ha ammesso di essersi “pentita” dei tatuaggi che ha scelto a 20 anni. Sara, che posta come @SaraOvershares, ha spiegato: “Non corrispondono a ciò che sono ora e alla mia estetica femminile”. Nella clip, che ha ottenuto 1,8 milioni di visualizzazioni, la creatrice ha paragonato la sua intricata collezione di tatuaggi a un vestito che non si può cambiare, anche se il suo stile si evolve.
Ha affermato: “Immaginate, se volete, di indossare una camicia una volta quando avevate vent’anni e di doverla indossare per il resto della vostra vita. E questo è ciò che si prova a farsi tatuare pesantemente prima di diventare un essere umano adulto pienamente sviluppato”. La donna ha raccontato di aver fatto il suo primo tatuaggio il giorno del suo 18° compleanno. L’ultima volta che si è tatuata è stato nel 2019. “A questo punto non è più un numero! Il mio petto, le mie braccia e gran parte delle mie gambe sono coperti, insieme ad alcuni sulle mie costole”.
Ha rivelato che il suo più grande rimpianto è un tatuaggio sulla coscia sinistra, raffigurante Lady Death che cavalca un cavallo. Indignata, ha affermato: “Ho sempre un cavallo che cavalca verso l’inguine. Credo che se chiedeste a chiunque abbia più di 30 anni se ha un’idea migliore di chi è a 30 anni rispetto a quando ne aveva 20, vi direbbe: ‘Oh, sicuramente sì’”. E così adesso molti dei suoi tatuaggi non riflettono l’estetica che vorrebbe avere ora, soprattutto quelli più “dark”: “Forse riflettono un momento dei miei 20 anni, forse un momento in cui non stavo bene mentalmente, e sono qui per sempre”.
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Oltre 8.000 persone hanno commentato il post, molte delle quali hanno condiviso i propri rimpianti. “Ho 29 anni e mi sono tatuata pesantemente dai 19 ai 23 anni, rimpiango la maggior parte di essi anche per motivi estetici. Vorrei averli fatti in bianco e nero invece che in colori vivaci” ha confessato un utente. Non tutti però la pensano così: “Mi piace pensare ai miei come a capsule del tempo di un me stesso del passato che non desiderava altro che quel preciso tatuaggio” ha sostenuto un’altra persona.
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